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«OGGI esiste un'Europa a due velocità con locomotive Finlandia, Irlanda, Austria ma anche Grecia, Portogallo ...

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Così Lorenzo Bini Smaghi, membro del comitato esecutivo Banca Centrale Europea. Per l'Italia la riduzione del debito e della spesa pubblici «hanno una priorità assoluta». Secondo Bini Smaghi, «l'importante è fare le riforme, non come si fanno. Ciò che conta è ridurre il rapporto del deficit della spesa pubblica sul Pil. Senza interventi si arriverà comunque all'aumento delle tasse». Serve poi maggiore concorrenza nei mercati, in particolare per i servizi e anche una riforma scolastica. Bini Smaghi ha chiamato in causa anche gli imprenditori, ad esempio per l'aumento del costo del lavoro: +19% dal '99 al 2005 contro il 10,9 dell'area Euro, il 2,3 della Germania e l'11,4 della Francia. «In questi anni gli aumenti di salario - ha detto - non sono stati correlati alla produttività. Gli imprenditori hanno accettato di pagare di più senza in cambio aumenti produttivi e questo non riguarda il governo». Il membro del Comitato esecutivo Bce ha poi messo in guardia sul futuro modello imprenditoriale italiano. «Quello di impresa familiare - ha detto - sta entrando in crisi e va ripensato perchè conduce a una bassa spesa in ricerca, in sviluppo e ad una concentrazione in settori tradizionali a basso valore aggiunto. In settori protetti dalla concorrenza». Le parti sociali hanno «una responsabilità nel rivedere il sistema di relazioni industriali, in parte responsabile della perdità di competitività dell'Italia negli ultimi dieci anni. Nei prossimi dieci anni è necessario che i salari aumentino in linea con la crescita della produttività, se non al di sotto di essa».

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