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Roma guarda a Siena

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Capitalia aspetta gli olandesi

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Dalla banca romana, che per lungo tempo è stata nel mirino dell'espansione della Intesa di Bazoli, non è arrivato nessun segnale. Ma, secondo ambienti finanziari vicini, si respira un aria di stupore ai piani alti di via Minghetti soprattutto per la rapidità con cui la fusione è stata chiusa. L'ad Matteo Arpe e il presidente Cesare Geronzi, in ogni caso non disperano: l'unione tra Milano e Torino ora lscia loro un pò di tempo e di energia da dedicare alla ricerca di una soluzione per la crescita dimensionale. Il partner ideale resta ora il Monte dei Paschi di Siena di Giuseppe Mussari piuttosto che l'altro protagonista del sistema finanziario italiano, la Unicredit di Alessandro Profumo, con il quale il confronto in termini di capitalizzazione (18 miliardi dei romani contro i 62 dei milanesi) rischia di far rivestire a Capitalia, in un eventuale fusione il ruolo della preda piuttosto che del predatore. Siena dunque è la direzione verso cui i manager capitolini stanno già guardando. Anche se ieri Salvatore Cuffaro, presidente della Regione Sicilia che è azionista, tramite la fondazione Banco di Sicilia, di Capitalia ha smentito l'esistenza di possibili aggregazioni, neanche con Mps. L'ipotesi resta anche e è difficile immaginare un'altrettanto tempestività nel chiudere il dossier al pari di San Paolo e Intesa. Qualunque decisione è rinviata al mento al prossimo sette settembre. Una data in cui il cda di Capitalia approverà i risultati della semestrale e in cui sarà definitivamente sciolto il nodo della permanenza o dell'uscita dal Patto di controllo della banca degli olandesi di Abn Amro. Che a Roma hanno una partecipazione del 7,7%. Passerà da questa decisione l'apertura quasi immediata di un possibile varco per l'ingresso di un altro socio nella compagine societaria.

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