Le reazioni
In fondo l'asse Milano-Torino della finanza è una vittoria piena per Romano Prodi. «Non ci sono furboni del quartierone qui sotto, c'è una buona operazione di mercato che, voglio sottolinerarlo, può andare a vantaggio degli utenti dei consumatori italiani». Cosi il ministro e vicepremier Francesco Rutelli: «Fatemi salutare un certo cambio di freschezza di spirito che si coglie alla banca d'Italia. È un bene - aggiunge - che questi due grandi gruppi si uniscano, è un bene per il nostro Paese: nasce il primo grande gruppo italiano e nasce uno dei primi 5 gruppi europei». E riferendosi alle manovre della scorsa estate, Rutelli ha concluso: «È una pagina importante un motivo di orgoglio per noi e qui non ci sono scalate scombinate ancorchè combinate come quelle che abbiamo avuto lo scorso anno». Per l'ex ministro dell'Economia Giulio Tremonti la grande aggregazione tra Banca Intesa e Sanpaolo «si poteva fare già dieci anni fa, ma allora, come ho detto più volte, c'era una politica della Banca d'Italia che non favoriva questo tipo dioperazioni e quasi le ostacolava». Parla di italianità Guido Crosetto (Fi): «Uno degli aspetti che più ci piacciono è quello di aver costituito la prima banca d'Italia preservandone l'italianità, il collegamento al territorio e l'attenzione ad una realtà industriale diversa da tutto il resto d'Europa che ha bisogno di banche a misura di paese». L'operazione, per Crosetto «rappresenta sicuramente un elemento positivo per il sistema paese e per il futuro del credito. Certo rimangono molti punti interrogativi perchè l'unione di due Istituti di così grande dimensione non può non avere ripercussioni organizzative che creeranno forti tensioni sindacali. Manca ancora la possibilità di valutare - ha continuato Crosetto - la possibilità reale di conduzione della futura banca da parte di due consigli di amministrazione e due presidenti. Soluzione che se comprensibile dal punto di vista di tutela degli attuali amministratori è inimmaginabile per una governance forte. Ma questi diventano grandi problemi da affrontare in futuro». Problemi che «scompaiono di fronte alla positvità della scelta attuata».