Capitale a quota 65,22 miliardi

È arrivata al termine della giornata di ieri infatti la conferma del «sorpasso» in termini di capitalizzazione globale, su quello che fino a ieri era il più grande colosso bancario tricolore: Unicredit. Il capitale della nuova banca si è assestato a 65,22 miliardi, di cui 4,5 derivanti dalle azioni privilegiate del SanPaolo non quotate a Piazza Affari. Azioni che sono state motivo di discussione per l'istituto di credito guidato da Profumo, che difendeva il predominio borsistico in virtù proprio di quelle privilegio non quotate della banca guidata da Salza, senza le quali, per Unicredit, il mega colosso sarebbe rimasto secondo. Fatto sta che ieri Unicredit ha fermato le lancette a 63,5 miliardi: il nuovo aggregato bancario è quindi il primo per capitalizzazione in Italia. E non più soltanto per numero di sportelli (quasi un quinto del totale nazionale). Un sorpasso, quello di Cà de Sass e Piazza San Carlo, atteso in seguito al boom fatto registrare dopo l'annuncio della fusione, dai titoli che secondo gli operatori anche ieri avevano spazio per crescere. Così, in tarda mattinata, è maturato lo sprint finale, quando l'euforia degli investitori sul nuovo megapolo del credito ha portato la capitalizzazione dei due istituti a superare quella di Unicredit e a farne, potenzialmente, la prima banca italiana per valore a Piazza Affari. Questo intorno alle 11,30, quando Intesa guadagnava l'1,59% a 5,105 euro, le risparmio salivano del 2,21% a 4,922 euro, mentre SanPaolo marcava un progresso del 3,03% a 16,03%. A quel punto la capitalizzazione potenziale del nuovo polo del credito - potenziale perchè non ha però quotate 284 milioni di azioni privilegio in pancia a SanPaolo Imi per un valore di 4,5 miliardi - si attestava poco sotto i 65,5 miliardi di euro contro i 63,5 miliardi di Unicredit, che nel frattempo era in calo del 2,05% a 6,08 euro. A fine giornata, parziale recupero in Borsa da parte dell'istituto di Piazza Cordusio, con gli scambi intorno ai titoli delle due banche domani protagoniste della maxi-fusione che restavano elevatissimi. Intesa ha chiuso infatti a 5,066 euro, in progresso dello 0,82%, vedendo passare di mano il 2,1% del capitale ordinario, mentre SanPaolo Imi ha terminato salendo del 3,49% a quota 16,10 euro scambiando quasi il 4,5%, del capitale, per un controvalore monstre di 1,15 miliardi.