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Razionalizzazione dello Stato

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Fusione Inps-Inpdap vicinaIl ministro Damiano conferma: «L'alleanza è nell'agenda del Governo»

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E in particolare l'ipotesi di una fusione dei due più grandi enti previdenziali italiani: Inps e Inpdap (l'istituto di previdenza dei dipendenti pubblici). «Il tema è nell'agenda del governo» ha confermato ieri il ministro del lavoro, Cesare Damiano. L'unione dovrebbe maturare anche in fretta se già giovedì, infatti, è previsto un incontro di Damiano con il collega delle Riforme e dell'Innovazione, Luigi Nicolais, per il tema e altro in vista della definizione della legge Finanziaria. L'operazione, dunque, si inquadra in un disegno più ampio di riordino e razionalizzazione della macchina amministrativa per ottenere un miglioramento dell'efficienza ma anche risparmi significativi, intervenendo sulle strutture periferiche e gli organici del personale, rispetto al quale si punta ad un ringiovanimento. Tra le ipotesi, esodi incentivati, sostituendo solo in minima parte chi andrà in pensione. Secondo alcune stime, dalla pubblica amministrazione si potrebbero ottenere risparmi superiori ai tre miliardi per il 2007. Per il pubblico impiego, dunque, si profila un periodo particolarmente caldo. Da affrontare, infatti, ci sono anche il capitolo relativo ai contratti pubblici, scaduti a dicembre scorso, e per i quali nella Finanziaria 2006 ci sono risorse insufficienti. Ma c'è anche la questione del precariato. Per questo i sindacati, prima della pausa estiva, hanno chiesto al governo di arrivare ad un Patto sul lavoro pubblico, affrontando le varie questioni in un quadro organico. Ma già sono cominciati i distinguo. La Cisl ha già annunciato che contrasterà la fusione. Il segretario generale aggiunto, Pierpaolo Baretta, ha chiesto prudenza su questi temi, bollando l'operazione come «propagandistica». La fusione, invece, sembra non dispiacere alla Cgil che ha criticato, tuttavia, il metodo. «Sarebbe bene - ha affermato il segretario confederale Paolo Nerozzi - che questi temi fossero affrontati a un tavolo e non sui giornali, perché serve il consenso di tutte le parti sociali». Mentre la Uil, che con il segretario confederale Antonio Foccillo, non è contraria in linea di principio, ha fatto notare che l'operazione è complicata e «delicatissima».

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