Petrolio, il costo del barile inverte la rotta
L'oro nero a New York scende a 70 dollari. È il prezzo più basso registrato da oltre due mesi
A New York il greggio è tornato a quota 70 dollari al barile con un calo del 2,6%. Stessa tendenza per l'altro valore di riferimento dell'oro nero, il Brent, che ha chiuso poco sopra i 71 dollari. Una notizia che suona come musica alle orecchie degli automobilisti italiani alle prese con pieni per le loro vetture in costante aumento. E che ora si aspettano una altrettanta velocità da parte delle compagnie petrolifere nell'adeguare i cali del prezzo del barile a quello della benzina venduta alla pompa. Ieri sull'argomento è scesa in campo la Federconsumatori che ha chiesto al Governo un intervento contro la speculazione sui prezzi dei combustibili che si traduce in una sovrattassa per i consumatori. Dopo mesi di continui rincari, dunque, il costo del barile ha decisamente imboccato la via del ribasso. Complice il venir meno delle tensioni tra Israele e il mondo arabo, ma anche dei primi segnali di frenata dell'economia statunitense. Così per il quarto giorno consecutivo gli operatori del mercato delle materie prime hanno cominciato a vendere e a far diminuire i prezzi sui mercati in cui si contrattano le consegne di petrolio. La serie continua di ribassi non ha però ancora sortito gli effetti che i consumatori si aspettavano. La velocità con cui le compagnie adeguano i prezzi della verde ai distributori in caso di rincari non è la stessa nel senso opposto. Così fino a ieri solo l'Agip poteva vantare un ribasso di tre centesimi per il servizio Fai da te. A sferzare i big della distribuzione di carburante è stata ieri la Federconsumatori. Che in una nota ha chiesto all'Esecutivo un intervento «contro le speculazioni che si fanno sul prezzo dei carburanti, che ingrassano di profitti immensi gli operatori del settore e comportano gravi perdite per le tasche dei cittadini». Il presidente di Federconsumatori Rosario Trefiletti ha insistito per la messa in campo di controlli e sanzioni e di una riorganizzazione della rete di distribuzione carburanti «con l'apertura della vendita nei centri commerciali così come negli altri paesi europei». L'energia in Borsa. Il calo dei prezzi ha portato un giornata pesante sul fronte delle case dell'energia. La discesa del costo del greggio sul Nymex ha gelato le società del settore italiano, risultate in deciso calo a fine scambi. Eni ha ceduto lo 0,98% a 24,19 euro, mentre le controllate Saipem e Snam Rete Gas sono arretrate, rispettivamente, dell'1,81% a 17,38 euro e dell'1,01% a 3,61 euro. Debole anche Enel, calata dello 0,48% a 6,99 euro e le petrolifere Erg e Saras, regredite dello 0,97% a 16,99 euro e dell'1,85% a 4,45 euro.