L'inflazione Ue frena, ma a Trichet non basta
Secondo quanto comunicato ieri da Eurostat, l'inflazione è scesa in Eurolandia a luglio al 2,4% su base annuale (seconda stima) rispetto al 2,5% del mese precedente. Anche nell'Ue-25, ha fatto registrare un 2,4% il mese scorso, un livello invariato rispetto a giugno. Nel mese di giugno, ha inoltre reso noto Eurostat, anche la produzione industriale è diminuita dello 0,1% nella zona euro rispetto al mese precedente, dopo un incremento dell'1,8% a maggio e un calo dello 0,7% ad aprile. Tuttavia, secondo alcuni economisti, la Bce guidata da Jean Claude Trichet dovrà continuare ad alzare il costo del denaro. Anzitutto, sottolineano, l'inflazione sottostante, cioè al netto dei prodotti cosiddetti volatili come l'energia ed i prodotti freschi, è aumentata all'1,6%, contro l'1,5% in giugno. Già lo scorso 3 agosto, la Bce ha alzato i tassi di riferimento al 3% rispetto al precedente 2,75%, portando così il costo del denaro nell'Eurozona ai livelli del novembre 1999. Dal dicembre dello scorso anno la Banca centrale europea ha aumentato i tassi quattro volte (sempre di 25 punti base) ed entro la fine dell'anno dovrebbe ritoccarli altre due volte (a ottobre e dicembre) per arrivare al 3,5%. In particolare, fanno notare gli economisti, la Bce teme che l'incremento dei prezzi petroliferi e la forte crescita dei mutui ipotecari possano alimentare l'inflazione nei prossimi mesi. Come è noto, l'obiettivo d'inflazione fissato dalla Banca centrale è inferiore al 2%, ma vicino al 2%, e l'attuale tasso supera abbondantemente questo livello. «Questo leggero ribasso non dissuaderà la Bce dall'aumentare il suo principale tasso d'interesse al 3,25 per cento in ottobre, tanto più che l'aumento dell'inflazione sottostante rafforzerà i suoi timori», ha commentato Howard Archer, economista della Global Insight. «Fino a quando l'inflazione sarà superiore al suo obiettivo del 2%, la Bce non mollerà la presa», ha aggiunto David Brown, di Bear Stearns International. E poi c'è la ripresa dell'economia europea. La maggior parte degli economisti prevede che la crescita rimarrà su livelli robusti per il resto dell'anno, anche se probabilmente farà segnare un tasso leggermente più basso rispetto a quello del secondo trimestre. In questo periodo, l'economia Ue è tornata a crescere (+0,9%) e, per la prima volta dal 2001, ha superato quella americana (+0,6%), trainata soprattutto dalle performance di Francia e Germania: il Pil dell'Ue-12 ha messo a segno il più alto rialzo mai registrato negli ultimi sei anni. Sempre secondo i dati Eurostat In Italia, l'inflazione è stata del 2,3%, in Francia del 2,2% e in Germania del 2,1%. Nell'area dell'euro il tasso più alto è stato registrato in Spagna (4%).