Benzina, i prezzi tirano il freno
Segnali di crescita mondiale meno forti del previsto sono stati colti anche dall'Opec che, nel rapporto di agosto, ha rivisto al ribasso le stime sulla domanda internazionale di petrolio nel 2006. Secondo il rapporto mensile del cartello dei paesi esportatori, la richiesta di greggio aumenterà di 1,3 milioni di barili al giorno, 80.000 in meno di quanto previsto in precedenza, a 84,5 milioni di barili al giorno. La prima compagnia ad adeguarsi al calo delle quotazioni del greggio, e quindi a ridurre il costo della benzina senza piombo, è stata l'Agip che ha annunciato un ribasso dei listini di 3 centesimi al litro, portandola a 1,352 euro per il servizio fai da te. La riduzione «riflette l'andamento al ribasso dei prezzi dei prodotti petroliferi positivamente influenzati anche dalle buone notizie provenienti dal fronte internazionale», precisa la società del cane a sei zampe in una nota. Per un litro di gasolio bisognerà invece pagare 1,202 euro al litro, per il blu diesel 1,235 euro e 1,395 euro per la Blu Super. Il prezzo del Gpl per autotrazione rimane invariato a 0,649 euro al litro. Il ribasso dell'Agip arriva dopo che i prezzi erano saliti, a ridosso delle vacanze estive, fino a superare quota 1,4 euro al litro, rendendo così il pieno di un'auto di media-grande cilindrata più caro dell'11% rispetto a luglio 2005. Il rincaro dello scorso mese aveva spinto il governo a lanciare «un forte invito» ai petrolieri affinchè si attengano, nella fissazione dei prezzi, agli andamenti delle quotazioni internazionali seguendole pedissequamente. Il calo del costo per un pieno è una conseguenza della flessione delle quotazioni petrolifere, che ieri non hanno risentito neanche del terzo calo consecutivo delle scorte di greggio Usa. Il petrolio è infatti sceso a New York sotto i 73 dollari al barile sulla scia delle stime che la fornitura è adeguata a soddisfare la domanda, anche alla luce del rallentamento della crescita dell'economia mondiale. A dispetto dell'aumento del pil di Eurolandia, nel secondo trimestre del 2006 Usa e Giappone hanno infatti registrato una riduzione dei ritmi di crescita rispetto ai trimestri precedenti. Questo ha spinto l'Opec a rivedere al ribasso le stime della domanda 2006: complici anche gli aumenti dei prezzi della materia prima e dei carburanti, i paesi Ocse - si legge nel rapporto di agosto del Cartello - hanno «inaspettatamente» ridotto i consumi nel secondo trimestre dell'anno. L'Organizzazione ha così rivisto al ribasso di 40.000 barili la crescita della domanda di greggio proveniente dal Nord America. Andamento opposto invece per la Cina: l'Opec ha rivisto al rialzo di altrettanti 40.000 barili la crescita della richiesta del Paese.