Stretta monetaria
La Bce prepara il rialzo dei tassi Preoccupa il petrolio
Di fronte allo spettro inflazione, spinta dai prezzi del petrolio, e complice il buon andamento dell'economia di Eurolandia, la Banca centrale guidata da Jean-Claude Trichet (nella foto) sarebbe infatti pronta, se si rendesse necessario, a cambiare rotta rispetto a una politica monetaria «accomodante», optando per un ulteriore rialzo dei tassi di interesse. Nel bollettino di agosto l'istituto di Francoforte rafforza così la tesi di una svolta nella strategia finora portata avanti. Soddisfatta della crescita dell'area euro, «sostenuta» nel secondo trimestre e probabilmente altrettanto forte anche nel terzo, ormai «vicina al suo potenziale», la Banca centrale avverte infatti sui rischi derivanti dal caro greggio, che proprio nei giorni scorsi è tornato su livelli record. Per questo, sottolinea, se la situazione sul lato dei prezzi dovesse sfuggire di mano, «sarà necessaria una graduale rimozione» dell'attuale orientamento monetario, puntando a ulteriori rialzi, tali - secondo la maggior parte degli analisti - da portare il costo del denaro al 3,5% entro fine anno. La crescita di Eurolandia, ricorda l'istituto ribadendo ancora una volta la scelta del 3 agosto, viaggia a ritmi piuttosto accelerati e, lascia intendere la Bce, non ha più bisogno del sostegno derivante dai bassi tassi di interesse. Il ministro dell'Economia Tommaso Padoa Schioppa si è detto «preoccupano per la maggiore spesa che comportano sugli interessi del debito pubblico i rialzi dei tassi». L'aumento dei tassi, se preoccupa sul fronte dei conti pubblici («ne dovremo tener conto a settembre, come dell'aumento delle entrate»), «non credo che sia tale da frenare la crescita dell'economia». Ma gli avvertimenti della Bce non si limitano però ai rischi inflazionistici. Le preoccupazioni di Francoforte si concentrano anche sui conti pubblici dei Paesi di Eurolandia. È di «importanza cruciale», sottolinea, che i governi «evitino politiche procicliche e accelerino il ritmo di risanamento». L'ultimo richiamo è infine quello contro i protezionismi dopo il fallimento del Doha Round. L'innalzamento di barriere, ammonisce la Bce, è un rischio per la crescita».