CONTINUA la polemica per la fusione tra Autostrade e Abertis.
Il giornale newyorkese, infatti, ha definito le motivazioni allo stop alla fusione tra le due società, deciso dal Governo italiano «scuse spazzatura» che dimostrerebbero come nel nostro Paese ci siano un sistema non liberale ma protezionistico. Secca e diretta la risposta del ministro alle Infrastrutture, Antonio Di Pietro: «Il no al trasferimento della licenza da Autostrade ad Abrtis - si legge nella lettera di Di Pietro - il governo non ha altro che applicare la legge italiana, e non ha in alcun modo risposto a logiche protezionistiche». Ma l'esponente del governo italiano ha voluto anche sottolineare come il giornalista americano abbia dimostrato di non essere del tutto informato sulla vicenda che ha «preteso di commentare e giudicare». «L'autore dell'articolo - continua la lettera - ha dimostarto di non conoscere bene le norme italiane. Per la legge italiana, infatti, una concessione autostradale non può essere affidata a società di costruzioni. Il motivo mi sembra evidente - continua Di Pietro - si chiama conflitto di interessi. La legge è già stata applicata in passato in situazioni analoghe con costruttori italiani. Non ci sono ragioni perchè non debba essere applicata anche a costruttori spagnoli, tedeschi o danesi. Voglio sottolineare che il Governo italiano non si è espresso sulla fusione tra due società, ma sul trasferimento della concessione». Il principale ostacolo alla fusione individuato dal governo è infatti la presenza di costruttori nella società post-fusione. In particolare, è contestata quella di Acs, azionista al 12% di Abertis dopo la fusione. «Quindi - prosegue il ministro - se si scrive che il governo italiano non vuole vendere agli spagnoli è inesatto e malizioso. La rubbish excuse è in realtà un atto di Governo esercitato applicando la legge. Non è in alcun modo legato a protezionismi e chi lo scrive non dice il vero». Ad attaccare Di Pietro non c'è solo il Wall Street Journal, ma anche l'Econimist, che ancora una volta non si tira indietro quando deve giudicare la politica economica del nostro Paese. Per il giornale finanziario, infatti, « Il ministro delle Infrastrutture Antonio Di Pietro non ha ragioni "inoppugnabili" per bloccare la fusione Autostrade-Abertis e i tentativi di tenere fuori gli stranieri stanno indebolendo l'immagine del nuovo governo italiano all'estero». Un indebolimento che, sempre secondo il settimanale londinese, che avrà come conseguenza quella di frenare gli investimenti in Italia da parte di imprenditori stranbieri proprio in un momento in cui il Belpaese necessita di capitali stranieri.