Nuovo allarme
Petrolio, bolletta record per le casse dello Stato
La spesa per l'approvvigionamento di oro nero dall'estero quest'anno rischia infatti di schizzare sopra i 30 miliardi di euro registrando un rincaro di oltre 8 miliardi rispetto all'anno scorso. E di attestarsi ai massimi mai raggiunti dai tempi dell'ultimo grande shock petrolifero di metà anni '80, quando la fattura (attualizzando le cifre dell'epoca ai valori correnti) toccò quota 33 miliardi di euro. La stima si basa sulle quotazioni del barile di greggio nei primi 7 mesi dell'anno, proiettata per il prossimo semestre: su una media cioè di 74 dollari al barile anche nella seconda parte del 2006. Una crescita, quella delle quotazioni internazionali del barile, che ha un forte impatto su un'economia come quella italiana, che dipende per l'85% dall'oro nero, contro una media degli altri Paesi europei del 50%. In termini di peso sul Pil la fattura energia (ovvero l'intero costo per l'approvvigionamento di tutte le fonti, non solo il petrolio, dall'estero) rappresenta infatti oggi - secondo gli ultimi dati dell'Unione Petrolifera - il 2,9% del prodotto nazionale lordo (era del 2,2% nel 2004). E gli effetti delle impennate del petrolio sono da tempo sotto gli occhi di tutti gli italiani, chiamati a fare i conti con i rincari delle bollette della luce e del gas. Anche sul fronte dei carburanti, in Italia i listini dei distributori sono da giorni sui massimi di 1,409 euro al litro, vale a dire quasi 2.800 lire del vecchio conio. E sulla carta, secondo le stime degli operatori, ci potrebbero essere anche altre sorprese. I rialzi delle quotazioni internazionali dei carburanti degli ultimi mesi non sono infatti ancora state trasferite completamente sui prezzi alla pompa, esiste quindi - se i livelli del barile non ripiegheranno ma continueranno a segnare variazioni verso l'alto - il rischio che le compagnie possano decidere nuovi rincari di circa 2 centesimi sulla benzina e fino a tre sul gasolio. E.Z.