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Stop alla fusione tra Autostrade e Abertis

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Padoa Schioppa e Di Pietro bloccano l'operazione. Pesano i conflitti d'interesse nell'azionariato

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Lo stop è arrivato dai ministri dell'Economia, Tommaso Padoa Schioppa, e delle Infrastrutture, Antonio Di Pietro. La presenza di costruttori nell'azionariato stabile di Abertis crea profili di conflitto di interesse: ma questo non è il motivo alla base della decisione di ieri. L'operazione, secondo i due ministri, mette a rischio gli investimenti di Autostrade per l'Italia, gli standards qualitativi e di sicurezza nell'erogazione dei servizi e nella gestione dell'infrastruttura. È stata l'Anas a comunicare il «niet» del Governo al gruppo guidato dalla famiglia Benetton. Prima di rilasciare «qualsiasi dichiarazione» la società Autostrade, ha dichiarato un portavoce, «attende di poter esaminare le valutazioni» di quanto deciso dai ministri. Con una nota congiunta all'Anas, a borse chiuse, Padoa Schioppa e Di Pietro hanno comunicato la loro «determinazione negativa» alla fusione «tenuto conto, in particolare, dei profili di conflitto di interesse che si determinerebbero, ove l'operazione fosse conclusa, per la presenza nell'azionariato stabile di Abertis di soggetti che operano nei settori delle costruzioni e della mobilità». Il riferimento e alla Acs controllata dal gruppo dell'ex presidente del Real Madrid, Florentino Peres. La fusione «non è compatibile e coerente con le finalità del rapporto di concessione, nè con le clausole poste nel processo di privatizzazione, né con gli impegni giuridici assunti dalla società concessionaria Autostrade per l'Italia e dal suo socio unico Autostrade». Inoltre la fusione «risulta non conforme con gli impegni previsti nella convenzione stipulata tra Anas ed Autostrade per l'Italia». Padoa-Schioppa e Di Pietro erano stati legittimati dal parere del Consiglio di Stato a esprimersi con un atto congiunto sull'operazione. Le norme sulla privatizzazione di Autostrade vietano la partecipazione all'azionariato stabili di soggetti in situazioni di conflitto di interesse, con specifico riferimento a quelli che operano nei settori delle costruzioni e della mobilità. Una «tale situazione conflittuale - si legge nella lettera - esiste, invece, in capo ad Abertis, tenuto conto che uno dei soci di riferimento della stessa società spagnola, che verrebbe a costituire il nuovo nucleo stabile di controllo di Aspi per effetto di patti parasociali stipulati nel maggio 2006, opera appunto nel settore delle costruzioni». Non solo, «l'operazione produce cambiamenti nell'assetto di controllo, nella struttura economica, patrimoniale e finanziaria e nei indirizzi strategici del gruppo, con possibili effetti sulla stabilità dell'assetto societario della concessionaria autostradale, sul piano degli investimenti di Autostrade per l'Italia, sugli standards qualitativi e di sicurezza nell'erogazione dei servizi, nella gestione dell'infrastruttura e su tutti gli ulteriori aspetti rilevanti per gli interessi pubblici connessi alla valorizzazione e lo sviluppo della rete autostradale italiana».

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