Sindacati contro la decisionedi Padoa Schioppa Contrario il ministro Bianchi: subito il piano di rilancio
Ieri il ministro del Tesoro, Tommaso Padoa Schioppa ha confermato la fiducia al presidente e amministratore delegato dell'ex compagnia di bandiera creando non pochi malumori all'interno della coalizione di Governo. Cimoli ha ricevuto la piena fiducia dell'azionista Tesoro (49,9%), dopo le indiscrezioni circolate nei giorni scorsi sugli eventuali sostituti - l'ex amministratore delegato di Autostrade Vito Gamberale e l'ad di Aeroporti di Roma Maurizio Basile, mentre Gian Carlo Elia Valori, alla guida di Sviluppo Lazio, avrebbe rifiutato l'offerta. Ma le polemiche non si sono fatte attendere. Il primo a rimanere stupito è stato il ministro dei Trasporti, Alessandro Bianchi a cui si è aggiunta la critica dei sindacati che ritengono Cimoli responsabile dell'attuale grave situazione dell'aviolinea. Il ministro dell'Economia, Tommaso Padoa Schioppa ha spiegato che parlare di cambio ai vertici o della discesa della quota del Tesoro non è prioritario ma, al contrario, destabilizzante di fronte ai gravi problemi dell'azienda. Di tutt'altra opinione il ministro Bianchi, secondo cui sarebbe stato necessario prima concordare un piano industriale e di risanamento e poi decidere sull'attuale management. Contrari alla conferma di Cimoli, anche alcuni sindacati. Il leader della Cgil Gugliemo Epifani ha avvertito il Governo che si dovrà assumere la responsabilità del futuro dell'azienda mentre il numero uno della Cisl Raffaele Bonanni ha ribadito di non volere a tutti i costi un cambio di Cimoli. La necessità di un nuovo piano industriale è stata sollecitata dai responsabili trasporto aereo della Fit Cisl Claudio Genovesi e dell'Ugl Roberto Panella che hanno sollecitato il Governo a indicare al più presto e con chiarezza le strategie. Ma nell'occhio del ciclone ci sono anche altre aziende. Sul fronte Poste resta in pole position la candidatura dell'ex ad di Rcs, Vittorio Colao al posto di Massimo Sarmi. Mentre per Ferrovie non è ancora stato trovato l'accordo in particolare sulla poltrona del presidente che rimane a Elio Catania (anche amministratore delegato della holding). Le ultime indiscrezioni davano al suo posto Gianfranco Imperatori, molto vicino al vice premier Francesco Rutelli. Il leader della Margherita, che aveva posto il veto al prodiano Fabiano Fabiani (presidente di Acea), sembrerebbe spingere il numero uno di Civita e presidente designato di Ales, società mista partecipata da Italia Lavoro e dal ministero dei Beni Culturali. Rimane per ora in stand by quindi l'amministratore delegato di Rete ferroviaria italiana (Rfi) Mauro Moretti che era dato per certo come amministratore delegato di Ferrovie.