Le stime dell'Adusbef
Il rialzo di un quarto di punto dei tassi di interesse comporterà rincari per i mutuatari fino a 656 euro l'anno. Secondo le stime dell'Adusbef, invece, il «vessato popolo dei depositanti e i bot people guadagnano 88 euro ogni 20 mila». Centinaia di migliaia di famiglie, che hanno già tirato la cinghia per coronare il sogno dell'acquisto della casa per abitarci, vedranno così aumentare le rate mensili e/o semestrali, da un minimo di 150 euro, fino a 163 euro l'anno, per un mutuo di 100 mila euro con il rialzo Bce, spiega l'associazione dei consumatori, sottolineando che «un mutuo di 200 mila euro con un piano di rientro ventennale, comporterà rate più salate, da 326 euro a 656 euro l'anno, senza contare che la quasi totalità delle banche, impongono l'apertura del conto corrente per erogare il mutuo e che richiedono anche 6-7 euro per pagare le rate di mutui, in precedenza gratuite». L'aumento della Bce, colpisce anche coloro che accenderanno nuovi prestiti, «visto che banche e finanziarie adegueranno fulmineamente la generalità degli impieghi. Ma per la prima volta dopo il decreto Bersani, le banche dovranno adeguare anche i tassi di interesse sui depositi bancari e sui libretti di risparmio: un aumento dello 0,25 sulla loro totalità (depositi bancari, postali, certificati di deposito in scadenza pari ad oltre 830 miliardi di euro), porterà circa 2 miliardi di euro su base annua nelle tasche dei depositanti». Ricorrere a prestiti per l'acquisto di elettrodomestici ed altri prodotti per la casa, comporterà un aumento complessivo della somma rimborsata nei 5 anni di circa 93 euro. Ripercussioni negative si avranno anche per i titolari di carte revolving, una sorta di nodo scorsoio, come la cessione del quinto dello stipendio sotto i 5.000 euro, al collo dei consumatori (oltre 6 miliardi di euro l'utilizzo) che forniscono un credito rimborsabile a rate (il pagamento delle quali ricostituiscono la possibilità di ulteriore scoperto), con tassi di crescita intorno al 24%. Costituiscono un costoso succedaneo del prestito bancario, oltretutto di difficile controllo circa il meccanismo di rimborso. Se possibile, è meglio accedere ad altre forme di credito. Il tasso applicato prima degli aumenti di Bce variava tra il 15 ed il 20%.