In linea con l'Ue

Così il presidente del Grtn, gestore del sistema elettrico, Carlo Andrea Bollino, che spiega: «I consumatori e i produttori del comparto (che in Italia prima mancavano) hanno risposto bene. L'introduzione del conto energia ha sbloccato la situazione». E i numeri parlano chiaro: nel terzo bando indetto dal gestore per gli incentivi agli impianti fotovoltaici di potenza superiore ai 50 kw - che prevedeva l'assegnazione di 25 Mw - le richieste sono state per 900 Mw. Boom di domande dovuto principalmente a due fattori: l'eliminazione dell'obbligo di fideiussione anticipata (che prima generava una grossa scrematura iniziale) e gli effetti positivi del decreto sul tetto massimo annuale «che, insieme alla prima condizione, - spiega Bollino - ha creato una grandissima aspettativa tra i consumatori e i produttori stessi». Il fotovoltaico made in Italy, insomma, sta prendendo sempre più piede, ma la strada per arrivare ai livelli di altri Paesi europei come Germania e Spagna è ancora lunga. Almeno a sentire alcune aziende di riferimento del settore. «Sarebbe opportuno dare tetti più alti quindi aumentare la quantità di energia da finanziare - spiega l'amministratore delegato di Solaris Ventures Michele Appendino - perché allo stato attuale delle cose è difficile per un imprenditore mettere a punto un piano industriale proprio perché manca la certezza di avere la disponibilità». Ma possibilità di successo a parte, il timore di molti imprenditori, spiega ancora l'ad «è che con l'entrata in vigore delle nuove norme venga rallentata tutta la macchina. Prima era necessario emettere la fideiussione anticipata, da dicembre invece va presentata dopo la domanda. Finisce così che presentano la richiesta grandi e piccoli, chi ha i requisiti e chi non li ha. Pena il rallentamento di tutto il sistema». E.Z.