Banche, più poteri a Catricalà
Il restyling della riforma del risparmio, che è all'ordine del giorno del Consiglio dei ministri di oggi (ed è sintetizzata nel decreto legislativo messo a punto dalla commissione guidata dal viceministro dell'Economia, Roberto Pinza) punta a rispondere ai rilievi mossi dalle stesse Autorità coinvolte. Bankitalia, Antitrust e Consob, tutte consultate per la stesura del decreto, avevano chiesto appunto chiarezza per scongiurare qualsiasi dubbio di interpretazione o conflitto di competenza. E in questo senso si è mossa la commissione, producendo un testo che, qualora fossero confermate le indiscrezioni, risolverà anche il nodo più intricato della legge, quello dell'atto unico fra Bankitalia e Antitrust per il via libera alle concentrazioni bancarie. La «riforma della riforma» lo elimina, attribuendo alla Autorità guidata da Antonio Catricalà l'ultima parola per il profilo della concorrenza. L'Antitrust, così come la Consob, potrà anche avvalersi dei mezzi e delle indagini della Guardia di Finanza, che dovrà riferire solo a chi «commissiona» l'indagine. La vigilanza sui prodotti finanziari, poi, passa all'autorità guidata da Lamberto Cardia, con la Banca d'Italia che non dovrà più autorizzare preventivamente neanche le emissioni obbligazionarie più consistenti. Il metodo seguito, quello del confronto con i diretti interessati alle norme introdotte dalla legge, ha portato poi al recepimento delle richieste di modifica avanzate dalle società quotate. Su tutte, quella che riguarda l'abolizione della norma che prevedeva lo scrutinio segreto per l'elezione delle cariche sociali. Sale, poi, il numero degli amministratori indipendenti presenti nei cda: almeno uno per tutti e due se i membri del board sono più di sette. Non solo, anche il rapporto con le società di revisione viene regolamentato con maggiore rigore. La durata degli incarichi è fissata in non più di nove esercizi non rinnovabili e la Consob amplia il proprio campo di vigilanza, estendendolo anche all'organizzazione societaria dei revisori, anche se vengono meno i controlli per accertarne l'indipendenza. Mirata a rendere il più trasparente possibile il rapporto tra banca e impresa, la norma che consente via Nazionale di chiedere informazioni su qualsiasi rapporto di natura economica fra un istituto di credito e i suoi azionisti o consiglieri di amministrazione.