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I consumi delle famiglie restano stabili

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Il 15% ha tagliato le spese, ma il 20% acquista di più. Le priorità sono benessere e casa

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E mentre aumenta l'ansia per il futuro, diminuiscono i risparmi e dilagano comportamenti più «riflessivi» di spesa, messi in atto da chi ha elevati livelli di reddito. Rispetto ad un anno fa, fa sapere il rapporto realizzato da Confcommercio e Censis, più della metà delle famiglie italiane non ha modificato il livello dei consumi, a fronte di un 15% che li ha ridotti e di un 20% che li ha incrementati ma spesso solo per far fronte alle spese così dette ineluttabili: bollette di luce, acqua e gas, per esempio. La fotografia scattata dall'osservatorio fa luce anche sui comportamenti delle 1.000 famiglie prese a campione. Resta comunque molto forte la propensione al vivere bene che si sostanzia nell'accesso di servizi per il tempo libero e per il fitness: dalle palestre alle cure estetiche, dallo sport alle spese per una corretta alimentazione, il 52,1% delle famiglie ha effettuato spese in questa direzione nel 2° trimestre 2006. Colpisce anche il dato relativo alle uscite per la casa. Per il terzo trimestre di quest'anno il 2,4% delle famiglie italiane prevede di acquistare un nuovo immobile, il 12,5% di spendere non poco per abbellire e ristrutturare la propria casa, l'8,4% per acquistare nuovi mobili o articoli di arredamento. In generale, è piuttosto diffusa la percezione di un aumento del costo della vita che si traduce in un atteggiamento di insofferenza verso il rialzo delle tariffe. «Dietro questo comportamento riflessivo delle famiglie - commenta il presidente della Confcommercio, Carlo Sangalli - c'è la consapevolezza che l'economia italiana cresce troppo poco ed è una realtà con cui dovremmo fare i conti anche nei prossimi anni».

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