Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

Nuovo patto per il Sud

Esplora:
default_image

  • a
  • a
  • a

È questo il tassello fondamentale su cui poggiano le richieste che sindacati, industriali e Regioni del Sud hanno avanzato al governo. Un tassello che il premier, Romano Prodi, giudica un punto «da approfondire». Dalla riunione di ieri a Palazzo Chigi è comunque venuta fuori la decisione di aprire quattro tavoli tematici: fiscalità di vantaggio, trasporti e infrastrutture, sistemi urbani e territoriali, ricerca e innovazione. «Il governo - ha detto il segretario generale della Cgil, Guglielmo Epifani - riparte dal Mezzogiorno, e non in chiave di separazione. Metteremo tutto l'impegno perchè questi tavoli arrivino a conclusioni che si traducano in politiche di bilancio e perchè dal primo gennaio gli obiettivi siano realizzabili. Questo sarà anche un criterio di giudizio del governo», ha aggiunto. «Verificheremo le promesse dell'esecutivo», ha rimarcato Guglielmo Loy, segretario confederale della Uil. La piattaforma di richieste presentate a Palazzo Chigi era di fatto già stata delineata l'11 luglio, quando Regioni, Confindustria e sindacati si incontrarono al Cnel. Ora si punta a definire priorità e progetti concreti entro fine settembre, in tempo per la Finanziaria. Ma il primo obiettivo condiviso, quello che rappresenta «una discriminante» rispetto agli altri, come ha sintetizzato il viceministro per lo Sviluppo economico con la delega per il Mezzogiorno, Sergio D'Antoni, è appunto quello di una fiscalità che incentivi chi investe al Sud. Una misura che deve andare di pari passo con il taglio del cuneo fiscale. «Siamo d'accordo sull'abbattimento del cuneo - ha specificato il leader della Cisl, Raffaele Bonanni - ma bisogna considerare che le imprese sono per l'80% al Centro Nord». Per evitare che i vantaggi dell'operazione si concentrino solo in alcune aree, bisogna «agire con la fiscalità di vantaggio - precisa Bonanni - o il divario tra Nord e Sud diventerà ancora più profondo». Questo non significa «salari differenziati, su cui restiamo contrari», avverte il segretario generale della Cgil, Guglielmo Epifani. Bensì, «fare scelte che tengano conto delle peculiarità del Sud», aggiunge il presidente della Campania, Antonio Bassolino, secondo il quale, altrimenti si rischia di mettere in campo una misura efficace solo per una parte del Paese. «Bisogna prevedere che il taglio del cuneo - suggerisce ancora Bonanni - agisca con maggiore intensità al Sud, facendo, per esempio, come si fece col credito d'imposta: nell'erogazione era previsto un divario di circa il 20% tra Nord e Sud». Anche Ettore Artioli, vice presidente di Confindustria e presidente del Comitato per il Mezzogiorno dell'organizzazione, ritiene necessario studiare «un meccanismo di attrazione degli investimenti al Sud. La fiscalità di vantaggio, in questo senso, è una priorità - osserva - a cui va aggiunta una semplificazione dei regimi di aiuto: ora ce ne sono 380 tra nazionali e regionali: troppi, parcellizzano gli interventi». Sulle linee guida contenute nel documento stilato da regioni, sindacati e industriali, l'ok del governo è già arrivato. Su alcuni punti, e in particolare sulla fiscalità di vantaggio, c'è l'apertura di fondo, anche se lo stesso Prodi fa sapere che serve, per così dire, un supplemento d'indagine.

Dai blog