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Cala l'esposizione al rischio e cresce la redditività degli istituti

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Secondo l'indagine contenuta nella prima relazione semestrale inviata al Governo e al Parlamento (che riferisce sull'operato, come previsto dalla legge sul risparmio) l'istituto guidato da Mario Draghi smentisce gli allarmni sui costi di gestione e chiusura del conti e dà in buona salute le banche italiane. Nel documento via Nazionale ripercorre prevalentemente l'attività del 2005, dando comunque indicazioni sull'anno in corso. Nei primi sei mesi le riserve dell'Istituto sono salite a 61,2 miliardi di euro, mentre il valore del portafoglio finanziario ammonta a a 81,5 miliardi. Conti correnti. Il costo di chiusura dei conti correnti è in media di 34 euro, mentre per quanto riguarda le spese di tenuta e gestione dei conti «nel 46% dei rapporti non erano previsti costi per il cliente in relazione alle scritture contabili riguardanti le operazioni compiute, a fronte di un canone periodico, al netto degli oneri fiscali e delle spese connesse con il rispetto alla normativa sulla trasparenza, ammontava in media a 76 euro all'anno, comprensivi del costo del Bancomat». Dati criticati dalle associazioni dei consumatori: l'Adusbef ritiene infatti che il costo di un conto è decisamente maggiore e può raggiungere i 500 euro l'anno. Banche in buona salute. Le duecento pagine firmate da Draghi e inviate ai presidenti della Camera e del Senato, al presidente del Consiglio e al ministro dell'Economia scattano la fotografia degli istituti di credito italiani, che se da una parte presentano una struttura finanziaria solida e meno anomalie rispetto al passato, dall'altra sofrono ancora di «strategie di sviluppo dimensionali incoerenti con gli assetti organizzativi e con i sistemi di controllo interno». Interventi vigilanza. Nel corso del primo trimestre sono finite nel mirino ben 153 banche, di cui solo tre con esiti sfavorevoli. «La situazione sta migliorando dal punto di vista degli esiti delle ispezioni in Italia così come all'estero: cala l'esposizione al rischio delle banche e aumenta la redditivita», ha detto il responsabile dell'Area Vigilanza creditizia e finanziaria della Banca d'Italia, Giovanni Carosio. Ispezioni. Nel 2005 le ispezioni generali svolte dalla Banca d'Italia sono state 159. In particolare, Palazzo Koch segnala come «sono state attribuite valutazioni favorevoli a 294 banche; è aumentato a 335 il numero di aziende con valutazioni intermedie. Giudizi sfavorevoli sono stati assegnati a 82 banche, alle quali fa capo il 9,2% dei fondi intermediati; delle quali - si legge nel documento - 28, con fondi intermediati pari complessivamente all'8,8% di quelli totali, appartengono a gruppi creditizi». Ok il patrimonio banche. L'introduzione dei nuovi standard internazionali non ha fatto compiere «alcun passo indietro sul grado di adeguatezza patrimoniale delle banche. La Vigilanza ha dei valori obiettivo del 6% per il patrimonio primario e del 10% per il patrimonio totale che noi manteniamo. Sono valori più esigenti e le banche dovranno adeguare il loro patrimonio ai valori obiettivo nel medio periodo», ha spiegato Carosio. A dicembre 2005 - si legge nella relazione - i gruppi che avevano raggiunto il valore obiettivo indicato per il patrimonio di qualità primaria (6%) erano 11 (4 nel 2000); quelli che avevano superato la soglia per il coefficiente complessivo (10%) erano 4 (nessuno nel 2000).

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