Eni, utili boom e acconto ai soci

In crescita anche la produzione giornaliera di idrocarburi, che nel primo semestre dell'anno è salita del 4,3% a 1,79 milioni di barili di petrolio equivalente (boe), nonostante le difficoltà in Nigeria, dove sono tenuti in ostaggio alcuni lavoratori in un impianto, e in Venezuela, a causa dell'effetto Psa, dopo la nazionalizzazione decisa del governo guidato da Hugo Chavez. Dati che fanno ben sperare il Cane a Sei Zampe, che per l'anno in corso prevede di raggiungere una produzione giornaliera di idrocarburi in crescita rispetto agli 1,74 milioni di barili equivalenti al giorno segnati nel 2005, mentre i volumi di gas naturale in Europa sono visti in crescita di oltre il 5% (94 miliardi di metri cubi nel 2005). In aumento anche la produzione venduta di energia elettrica, che, secondo il gruppo, segnerà a fine anno un aumento di oltre il 9%. Gli investimenti tecnici previsti nell'intero esercizio sono di 9,1 miliardi di euro, in crescita del 23% rispetto al 2005. Gli incrementi record della redditività del gruppo guidato dall'ad, Paolo Scaroni sono musica per le orecchie degli azionisti. Che riceverenno un acconto sul dividendo relativo all'esercizio in corso, pari a 0,6 euro per azione. «Abbiamo previsto un dividendo in acconto in crescita del 33% a 0,6 euro per azione - ha spiegato Scaroni agli analisti - ma non intendiamo dare ulteriori specifiche per il dividendo relativo all'intero esercizio». Un argomento che verrà affrontato «a febbraio quando presenteremo i preliminari per l'intero esercizio». Deciso invece Scaroni a contrastare le ipotesi di una fusione con Enel, che produrrebbe «uno strano animale che non esiste sul mercato» e che lo stesso mercato «non gradirebbe». Cauto invece sulle trattative in corso con Gazprom. «Non vogliamo accelerare» ha spiegato, aggiungendo che l'obiettivo di Eni non è «un accordo a tutti i costi, ma un buon accordo», che, per Scaroni, deve assicurare reciprocità nell'ingresso di ciascun operatore nel mercato di riferimento dell'altro.