Le linee guida della Finanziaria 2007
Ma anche taglio del cuneo fiscale con particolari vantaggi per quelle imprese che assumeranno a tempo indeterminato. Dei 35 miliardi, 20 miliardi verranno destinati al risanamento e 15 miliardi allo sviluppo. Con il via libera della Camera in mattinata e del Senato in serata al Dpef per gli anni 2007-2011 targato Unione il governo ha le linee su cui costruire la prossima Finanziaria. Nel documento, che punta su «sviluppo, equilibrio ed equità», viene ribadito l'obiettivo di riportare il rapporto deficit/Pil sotto il 3% (al 2,8%) nel 2007. Ma anche di riprendere il percorso di discesa del debito sotto il 100% entro il 2011 anche grazie ad un potenziamento del programma di privatizzazioni e di riportare l'avanzo primario sopra al 4% sempre nel 2011. La crescita è stata indicata prudenzialmente all'1,2% l'anno prossimo ma salirà all'1,5% nel 2008 per arrivare all'1,7% nel 2011. Non solo. Gli obiettivi che il Governo Prodi intende perseguire nella legislatura puntano a rilanciare lo sviluppo, mettere i conti in ordine, ma soprattutto a mettere al centro della politica economica i giovani, famiglie e mezzogiorno. Il tutto senza fare mistero delle difficoltà dei conti pubblici. La situazione, come si legge nel documento, «è critica e grave» come nel '92 ma il ministro dell'Economia, Tommaso Padoa-Schioppa non rinuncia a lanciare un incitamento al cambiamento citando gli scritti filosofici di Immanuel Kant: «coloro che dicono che il mondo andrà sempre così come è andato finora contribuiscono a far si che l'oggetto della loro predizione si avveri». La pressione fiscale nel 2006 si attesterà al 41,2% con una crescita dello 0,6% sul 2005. Nel 2007 si va al 41% poi con una riduzione dello 0,1% ogni anno fino al 40,07% previsto per il 2011. Obiettivo del governo è di completare il federalismo fiscale in «un quadro di coerenza tra decentramento delle funzioni e responsabilità finanziarie». A tal fine, «occorrerà disegnare un percorso condiviso» di definizione delle risorse destinabili alla spesa per le prestazioni di responsabilità di Regioni ed Enti Locali, alla luce del vincolo di bilancio dell'intero settore pubblico. La spesa nel settore della previdenza, dopo un lieve calo nel periodo 2008-2015, tornerà a cresere. Secondo il Dpef dopo l'effetto dei provvedimenti normativi di elevamento dei requisiti minimi, il rapporto spesa/pil «riprende a crescere a causa del deterioramento del quadro demografico». Gli effetti della nuova crescita, si spiega, «saranno in parte limitati anche dall'innalzamento dei requisiti di accesso al pensionamento disposti dalla predetta legge anche nel regime misto e contributivo». In assenza della revisione decennale dei coefficienti di trasformazione, il rapporto risulterebbe sostanzialmente immutato fino al 2015, più elevato di circa 1,5% nel punto di massimo e di poco meno del 2% alla fine del periodo di previsione.