Lottomatica, fusione a rischio con GTech
Le grane giudiziarie del colosso americano spingono in giù il titolo del 5,21%
Il colosso americano, prossimo appunto alla fusione con la società del gruppo De Agostini guidata dall'ad Lorenzo Pelliccioli, è entrato nel mirino della Polizia del Texas con l'accusa di aver usato metodi aggressivi per conquistare e difendere gli spazi d'azione nel mondo delle lotterie e dei giochi. Come dimostrerebbero la tentata corruzione del numero uno della Virgin, Sir Richard Branson, per aggiudicarsi il Lotto inglese e le operazioni (giudicate dubbie e tutte molto simili) compiute in Brasile, Trinitad & Tobago, Repubblica Ceca e Polonia. E considerato che la relazione finale (che auspica comunque ulteriori approfondimenti) non esclude che i metodi possano essere replicati nella compagnia postfusione - visto che il nuovo polo sarà guidato dal management americano - il mercato ieri ha penalizzato i corsi di Borsa di entrambe le società. Sui timori che l'operazione di fusione possa addirittura saltare, Lottomatica ha perso il 5,21% (a 28,02 euro) a Piazza Affari e Gtech il 5,08% al Nyse (a 31,60 dollari, in aggiunta al -4, 37% dell'altro ieri). La società del gruppo De Agostini, in un comunicato, ha però spiegato la propria collaborazione «nell'ambito delle due diligence e dei background checks condotti dai consulenti investigativi per conto dei principali clienti americani di GTech». Nel dettaglio sono otto le persone, 6 investigatori e 2 civili, che hanno indagato a tempo pieno sulla società Usa per completare l'esame dei requisiti etici e di condotta delle parti interessate dall'operazione, De Agostini inclusa. Dal verbale della polizia del Texas inviato alla Commissione delle lotterie dello Stato (uno dei soggetti chiamati a dare il via libera alla fusione) emerge che il pool ha impiegato oltre 3.000 ore di lavoro sul caso, individuando «operazioni discutibili» sulle quali hanno acceso un faro anche la Sec e le autorità federali. Nel documento di otto pagine si segnala il fatto che uno dei fondatori della società, Guy Snowden, aveva «tentato di corrompere» Sir Richard Branson anche lui in corsa nel 2000 nell'asta per aggiudicarsi la National Lottery, la più grande lotteria del Regno Unito, finita poi al gruppo Camelot. A GTech, guidata da Bruce Turner da agosto 2002, viene attribuito un comportamento dubbio per il rinnovo delle concessioni in Brasile nel 2003, che valgono il 10% del fatturato. Elementi irregolari, inoltre, emergono per quanto riguarda i giochi a Trinitad & Tobago nei confronti di una società californiana, la Flexx Avitar in relazione al periodo 1999-2001. La stessa compagnia avrebbe rigirato le cifre incassate alle autorità del paese caraibico. In Polonia, con una semplice triangolazione, si sarebbe replicato lo stesso modello, mentre nella Repubblica Ceca ci sarebbe stato un finanziamento di circa 20 milioni di dollari per la costruzione di uno stadio sportivo nel pieno della partecipazione all'asta per le privatizzazioni dei giochi del Paese. Il prestito, in questo caso, è stato giustificato da Turner come una spesa necessaria.