Dagli immobili le risorse per la manovra bis
Il sottosegretario all'Economia Grandi: le misure sull'Iva garantiranno la copertura delle spese
Il passaggio dal regime Iva a quello dell'imposta catastale e di registro per i trasferimenti di edifici industriali e commerciali consentirà di coprire i maggiori oneri contenuti nel decreto. Scompare la retroattività di dieci anni che rischiava di mettere in ginocchio le imprese del comparto e che ha avuto nei giorni scorsi effetti disastrosi in Borsa per le società del settore. Ieri è arrivato il via libera della commissione Bilancio del Senato alla manovra bis voluta dal ministro dell'Economia, Tommaso Padoa Schioppa, che contiene anche il pacchetto Bersani sulle liberalizzazioni e quello sulla lotta all'evasione. Molte le novità introdotte in commissione, a partire dall'accordo raggiunto con i tassisti fino all'eliminazione della retroattività per la norma che riguarda gli immobili. Scompare anche l'aumento dell'Iva sulla cioccolata, mentre torna l'Iva agevolata per le ristrutturazioni edilizie. Novità anche per i conti correnti: per chiuderli non si spenderà nulla. Le misure sull'Iva prevedono che la compravendita di immobili ad uso non abitativo sia sottoposta a imposta ipotecaria e catastale del 4%, che scende al 2% per i fondi immobiliari. L'imposta di registro viene applicata nella cifra fissa di 168 euro. Le società potranno decidere se optare o no per l'assoggettamento al regime Iva. Il provvedimento garantirà la copertura delle nuove spese inserite nel decreto legge, ha dichiarato ieri il sottosegretario all'Economia, Alfiero Grandi, aggiungendo che la norma «è stata rivista in modo più efficace e prevede un gettito superiore a quanto stimato inizialmente. Questo ci ha permesso di fare altre operazioni molto utili». Il presidente della commissione bilancio del Senato, Enrico Morando, ha ricordato poi che già «la relazione tecnica del decreto sottostimava le entrate in maniera molto significativa». Il sottosegretario Grandi ha infine illustrato una nuova tabella del decreto in base alla quale le maggiori entrate derivanti da queste modifiche alla manovra bis sono pari a 155,2 milioni nel 2006, 510,3 nel 2007, 469 milioni nel 2008 e 651,2 milioni nel 2009. Sempre per quanto riguarda il settore immobiliare, torna l'Iva agevolata (scende dal 20% al 10%) sulle attività di ristrutturazione edilizia. La norma decorre dal primo ottobre. La detrazione per gli interventi resta al 41% come il tetto detraibile a 48 mila euro. Non è l'unica buona notizia sulla casa per i contribuenti. Nel caso di acquisto di abitazione si potranno scomputare dalle tasse fino a mille euro pagati per l'intermediazione. Resta l'esenzione Ici per tutti gli immobili della Chiesa cattolica esclusi quelli che hanno un uso «esclusivamente» commerciale.