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L'ad Colao si è dimesso. Montezemolo spinge per Perricone ma il numero uno di Unicredit ha già stoppato la candidatura

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E si è dimesso solo tre giorni dopo la riunione del Patto di sindacato che aveva sottoposto a una cura dimagrante i suoi poteri con l'affiancamento, nella plancia di comando, del presidente del Patto, Piergaetano Marchetti. Ieri in un comunicato Colao ha deciso di porre fine alla collaborazione col gruppo Rcs. Garantirà comunque la continuità alla guida aziendale fino al prossimo cda del 12 settembre o di una data antecedente che sarà fissata dalla società. La sua presa su via Solferino è durata solo tre giorni. Eppure sembrava fatta per l'ad messo al comando della società editoriale, nonostante le forti critiche al suo operato sia da parte del direttore Paolo Mieli e del corpo redazionale, sia da buona parte dei soci che per i più svariati motivi si erano trovati uniti nel chiedere la testa di Colao. In prima linea il presidente di Capitalia, Cesare Geronzi, non contento della linea seguita dal giornale nel trattare le sue vicende. E poi tutti gli altri scontenti di non vedere riflesso sul valore del titolo le iniziative commerciali messe in cantiere dall'amministratore. Ora la battaglia si riapre. E a recitare la parte da protagonista potrebbe essere ancora una volta l'ad di Unicredit, Alessandro Profumo. Proprio lui che nella riunione di lunedì scorso ha già posto un veto sul candidato naturale di Colao. Quell'Antonello Perricone che ha dietro di sè un grande sponsor: Luca Cordero di Montezemolo che sta cercando di piazzare un uomo di sua fiducia in Rcs, tradizionale salotto buono della finanza. Salotto candidato ad essere lo snodo delle grandi partite delle aggregazioni bancarie sempre più sollecitate dal Governatore, Mario Draghi, oltrechè dei nuovi assetti di Mediobanca e del gruppo assicurativo delle Generali. Le mire di Montezemolo si sarebbero trovate in rotta di collisione con Piazza Cordusio. Il veto al candidato di Montezemolo sarebbe arrivato, secondo indiscrezioni, anche da Torino. Dalla stessa azienda di cui è presidente Montezemolo, e cioè dall'ad Sergio Marchionne in forte ascesa nel gruppo del Lingotto dopo il risanamento della casa automobilistica, e ultimamente non in rapporti idilliaci con il presidente di Confindustria. A dire il vero a dire no a Perricone sarebbero stati nella riunione di lunedì scorso anche il tandem di comando di Banca Intesa: Giovanni Bazoli e Corrado Passera. Ma in quel caso si è trattato di una difesa d'ufficio. Colao, infatti, era stato chiamato al comando della Rcs proprio da loro due. Impossibile, dunque, mostrare una sfiducia così evidente al proprio protetto. Che la lotta per ora su chi dovrà prendere in mano il comando del gruppo editoriale sarà un braccio di ferro tra Montezemolio e Profumo è testimoniato anche dalla debolezza delle altre candidature. Secondo fonti vicine al dossier, infatti, l'attuale ad della Wind, Paolo Dal Pino, dato per certo nella rosa dei candidati per sostituire Colao, non avrebbe mai ricevuto nemmeno una telefonta di consultazione. Insomma il candidato è unico: Perricone. Ma la sua elezione sarà sicuramente ardua. Per Profumo, e non solo per lui, il quotidiano di Via Solferino sarà troppo importante per le partite da giocare che si annunciano nel settore finanziario italiano. Difficile pensare di lasciare campo aperto a Montezemolo.

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