Benetton sale in Mediobanca
L'imprenditore investe 2 milioni in vista di un ingresso a Piazzetta Cuccia
A quattro mesi dai primi acquisti sul mercato che hanno segnato il suo ingresso come piccolo azionista, l'imprenditore veneto ha investito altri due milioni di euro nelle azioni dell'istituto. L'attivismo dell'imprenditore veneto non è passato inosservato negli ambienti finanziari, dove già i primi investimenti a maggio avevano innescato ipotesi su un possibile ingresso della famiglia di Ponzano Veneto nel patto di sindacato dell'istituto, che scade l'anno prossimo. «Si tratta di un investimento personale» - sottolineano tuttavia fonti vicine a Gilberto Benetton negando manovre di altro tipo. La quota in possesso del numero uno di Edizione Holding, seppur incrementata con gli ultimi acquisti, rimane in effetti per ora marginale e pari allo 0,03% del capitale di Piazzetta Cuccia. Da quanto è emerso dalle comunicazioni sull'internal dealing, diffuse perchè Benetton è soggetto rilevante dal momento che siede nel cda di Mediobanca (per conto di Telecom), l'imprenditore ha comprato fra il 17 e il 18 luglio 136.500 azioni Mediobanca a un prezzo unitario di 14,5 e 14,6 euro per un controvalore di 1.995.509 euro. Veicolo dell'investimento è stata Regia, una Srl di famiglia. La somma è pressappoco quella investita il 22 maggio quando aveva rilevato direttamente 127.500 pezzi per 1.997.466 euro. Allora erano partite le speculazioni sull'obiettivo ultimo della mossa di Gilberto con l'idea che potesse preludere a un ingresso della famiglia nel patto al posto di Fiat e Pirelli dopo che queste avevano indicato la possibilità di disimpegnarsi. Ipotesi peraltro raffreddata da alcuni dei soci del patto, che avevano escluso cambiamenti nell'accordo parasociale prima della scadenza e ricordato che in caso di una improbabile uscita anticipata di Fiat e Pirelli gli stessi azionisti sindacati avevano comunque il diritto di prelazione sulle quote. Eventuali cambiamenti nel gruppo di controllo di Mediobanca erano stati quindi rinviati alla scadenza dell'accordo parasociale che raggruppa il 53,8% del capitale. La scadenza è il primo luglio 2007 e tre mesi prima, quindi a fine marzo, è fissato il termine per eventuali disdette. E solo allora si rimetterà mano alla composizione e in quell'occasione si potrebbe profilare, in teoria, anche un eventuale ingresso dei Benetton Intanto i rumours attorno a Piazzetta Cuccia si sono spostati sulla presunta e idilliaca situazione all'interno. Praticamente tra Unicredit, Capitalia e i francesi di Vincent Bollorè ci sarebbe una pace lunga e perpetua, con già pronto il ricambio del vicepresidente in dote a piazza Cordusio, cioè Dieter Rampl, la riconferma di Gabriele Galateri di Genola a presidente (che viene ormai considerato una nuova stella del firmamento finanziario italiano), la nomina di Alberto Nagel ad amministratore delegato e quella di Renato Pagliaro a direttore generale. In sostanza, ascoltando queste voci di «affetto generalizzato per le austere stanze di piazzetta Cuccia» si dovrebbe dedurre che le famose incursioni di Giovanni Bazoli, il presidente di Banca Intesa, sarebbero tramontate. Anche perchè, in effetti, di risiko bancario malgrado tutte le sollecitazioni del governatore di Bakitalia, Mario Draghi, non ne parlano neppure più i fattorini delle banche. Sono tutte ipotesi da verificare nelle prossime settimane, ma la «pace» in Mediobanca fa pensare che Antoine Bernheim, dal suo scranno del Leone di Trieste, può pensare ancora meglio alle sue mosse sulla scacchiere finanziario italiano e francese: contro Allianz, non contro Axa.