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Industria, cresce il peso delle medie imprese

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Questa la fotografia del sistema manifatturiero italiano scattata dal «Rapporto Pmi 2005», curato da Unioncamere e Istituto Tagliacarne. Dallo studio - presentato ieri alla presenza del ministro per lo Sviluppo Economico, Pierluigi Bersani, e del presidente di Unioncamere, Andrea Mondello - emerge un sistema che continua a polverizzarsi, in cui le piccole e medie imprese hanno guadagnato in poco meno di un decennio il 2,8% del valore aggiunto del settore manifatturiero perso dalle grandi. La riduzione di «peso» in termini di prodotto lordo delle grandi aziende è dovuto, secondo il Rapporto (realizzato su 3.500 imprese del settore manifatturiero), «alla diversa dinamica di crescita rispetto alle piccole e medie imprese. Infatti, nel periodo considerato, mentre per le piccole e medie imprese (fino a 249 addetti) l'incremento medio annuo del valore aggiunto è stato pari al 2,7%, quello delle grandi (oltre 250 addetti) è stato dell'1%». I'l presidente di Unioncamere Andrea Mondello ha espresso la necessità di avviare una politica «più corale» a sostegno del sistema imprenditoriale italiano. In questo ambito Mondello ha chiesto di «massimizzare quanto più possibile il livello di integrazione tra organizzazioni delle imprese e governo, per suggerire nuove idee e proposte ai legislatori». Inoltre, ha osservato, «nessuno deve dirsi contento del fatto che le piccole imprese crescono bene, ma che poi quando cominciano ad avere dimensioni più importanti vanno incontro ad una crisi».

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