Le conseguenze

L'indecisione non premia Il titolo fa uno scivolone e in Borsa perde il 4,5%

Così la scelta di non dare una sistemazione definitiva al dossier dell'ad del gruppo che è editore del Corriere della Sera, Vittorio Colao, da parte del Patto di sindacato ieri è stata pagata pesantemenete a Piazza Affari. Nel listino milanese il titolo del gruppo editoriale ha segnato una brusca flessione lasciando il 4,53% e portandosi a 3,645 euro. L'incertezza sulla gestione del gruppo, dopo che già nel fine settimana erano emerse indiscrezioni sulla possibile ridiscussione delle deleghe all'amministratore delegato è costata una buona quantità di euro alla società. Non è stata infatti considerata soddisfacente la decisione di affiancare all'attuale ad Colao il presidente del Patto, Piergaetano Marchetti, per rivedere le governance del Gruppo. Ma a pesare sugli umori degli analisti e degli operatori di Borsa è stata l'indeterminatezza del Patto di sindacato sul capitolo della sistemazione della quota residua dell'1,01% in mano a Gemina. Se ne è parlato nel corso della riunione durata oltre tre ore, ma alla fine i soci non sono arrivati a definire alcun prezzo per il passaggio dei titoli. L'intesa ha invece riguardato gli eventuali acquirenti delle quote azionarie custodite nella cassaforte di Gemina. Se a questo punto la finanziaria deciderà di vendere le azioni Rcs sul mercato, avranno la priorità per umentare la propria quota quei tre soci - e cioè Pirelli, Banca Intesa e la Dorint di Diego Della Valle - che hanno facoltà di arrotondare le proprie quote di partecipazione fino al 5,05%. Tutti gli altri partecipanti al patto di sindacato che ne avessero fatto richiesta conserveranno comunque il diritto di prelazione. La decisione sulla governance di Rcs assunta dal Patto, comunque, sembra profilare una nuova stagione di confronto tra i soci sindacati, che non appaiono concordi sulle scelte relative alla gestione del gruppo editoriale nonostante una decisione presa in questa occasione all'unanimità.