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Di Pietro: «I cantieri non si bloccano»

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Il ministro delle Infrastrutture presenta oggi al Cipe l'elenco delle opere pubbliche da finanziare

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Che ha l'obiettivo di andare avanti con le opere cantierizzate e appaltate e di risolvere i nodi attorno ai grandi centri urbani. Con il via libera, il documento passerà in Parlamento. L'intervento del Ministro è stato preceduto dalla relazione di Claudio De Albertis, presidente dell'Ance, che non ha mancato di confermare l'importanza del ruolo svolto dal settore delle costruzioni nell'ambito della processo di sviluppo e modernizzazione del Paese. I dati presentati infatti, confermano che il comparto edilizio contribuisce al 47,2% degli investimenti fissi in Italia, con un impatto positivo sull'intero Pil pari al 9,7%. Ed è sulla base di questi risultati che il numero uno dei costruttori ha ribadito la volontà di giocare un ruolo da protagonista, con la necessità che gli stanziamenti da parte del Governo giungano in misura più ampia. La richiesta sarebbe quella di un aumento, già con la prossima Finanziaria, di almeno 2 miliardi di euro per ciascuno dei prossimi tre anni, risorse che darebbero maggior respiro all'intero comparto. Ma le richieste dovranno comunque fare i conti con lo stato non florido della finanza pubblica. Così solo dopo il via libera del Cipe, che verrà avviato anche un confronto con le singole Regioni per stabilire le diverse fasi d'intervento e successivamente, si potrà disporre di un piano finanziario fattibile. A dimostrazione che le infrastrutture sono la priorità assoluta, Di Pietro ha ricordato che dalla manovra correttiva il suo è stato l'unico ministero che ha preso e non dato, con un miliardo per il sistema viario (Anas) e 1,8 miliardi per quello ferroviario (Fs). Riconoscendo che il governo di centro destra ha fatto molto per il settore, Di Pietro ha rilevato che «le infrastrutture non sono nè di destra nè di sinistra» e che «non si vuole bocciare per principio» ciò che ha previsto il precedente Esecutivo ma «le risorse non sono sufficienti per fare tutte le 228 opere indicate nella legge Obiettivo». Le grandi opere vanno fatte secondo le risorse e le priorità e «il faro deve essere l'interesse pubblico». L'allegato le individua tutte «anche se accanto ad alcune dell'elenco del precedente c'è un asterisco ad indicare che le risorse sono da reperire» e prevede tre direttrici: che vadano avanti le opere cantierizzate («a giugno mancavano i soldi ma per buon senso dobbiamo portarle avanti perchè non farlo ci costerebbe tre volte tanto») e quelle appaltate («c'è un'obbligazione e va rispettata» ma nel caso del Ponte sullo stretto di Messina «ci stiamo ripensando e ponendo la questione della responsabilità»). Con le risorse che rimangono si cercherà di intervenire sui grandi nodi intorno alle grandi città. «Nel Dpef c'è grande difficoltà per reperire risorse - ha aggiunto Di Pietro - e dovremo intervenire sul piano pubblico e privato». Fra le opere che vanno portate a termine, l'alta velocità Torino-Napoli e la Salerno-Reggio Calabria.

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