Bonanni (Cisl): «Far ripartire la politica dei redditi»

Non solo con la mera fissazione del tasso di inflazione programmata ma come meccanismo di vera concertazione tra tutti gli attori economici. Questo l'invito che il segretario della Cisl, Raffaele Bonanni, rivolge al Governo Prodi. «Aspettiamo un segnale forte dall'Esecutivo. E cioè una reale riapertura di un tavolo attorno al quale siano convocati sindacati, imprese ed enti locali per creare una cornice di riferimento per una vera politica dei redditi» spiega a Il Tempo, Bonanni. Finora non c'è stata? «La politica dei redditi è stata sempre un appuntamento mancato. Ma dopo i primi anni '90 non è stata in realtà mai praticata. Per la Cisl il suo vero significato non è solo quello di stabilire ogni anno un tasso di inflazione programmata a cui rapportare gli aumenti salariali». In cosa consiste, allora? «Non solo a stabilire una compatibilità salariale. Ma anche a creare un politica redistributiva della ricchezza attraverso il fisco, insieme a un'accorta gestione del funzionamento dei servizi sociali, e mettendo sotto osservazione i prezzi, le rendite finanziarie e le tariffe». In questo senso cosa si è fatto? Negli anni passati questi meccanismi sono stati tutti abbandonati al loro destino. Per quanto riguarda il tasso di inflazione programmata con il precedente Governo non c'è mai stata una concertazione. I valori erano stabiliti unilateralmente da parte del'Esecutivo e nulla di più. Cosa è successo dal lato del fisco? «Non si è potuto dare il via a una vera politica redistributiva perché è stato manomesso il sistema della progressività. Si è rotto quel patto solidale per cui chi guadagnava di più aiutava chi era in difficoltà». Cosa altro è mancato? «Il controllo dei prezzi. I commercianti hanno approfittato del passaggio all'euro. I Comuni hanno fatto ben poco. Sulle tariffe dei servizi pubblici, non ci sono stat effetti sperati di un loro abbassamento a seguito delle privatizzazioni. Dopo la vendita ai privati dei servizi non è stata fatta una successiva e necessaria liberalizzazione. In tutto questo è anche mancata la giusta attenzione ai servizi sociali erogati dai Comuni che, se di buon livello, sono un importante sostegno al reddito dei lavoratori». Come si rimettono insieme i vari pezzi? «Va assolutamente riaperta la politica dei redditi e fatta come si deve. Con l'intervento al tavolo del Governo di sindacati, imprese ed enti locali. Tutti questi soggetti hanno in mano, infatti, strumenti importanti per la tutela dei redditi dei lavoratori. Ciascuno deve fare la sua parte. Questo darebbe una cornice di riferimento anche a tutti gli altri tavoli che si apriranno con la Finanziaria». L'invito è rivolto a Romano Prodi? «Sì. Chiediamo che chiarisca bene se vuole avviare una continuità con il Governo Berlusconi oppure rompere con il passato».