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Lo Stato restituisce 500 milioni a Telecom

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Il Tar del Lazio ha accolto il ricorso della società. La somma servirà a ridurre il debito

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Lo ha deciso il Tribunale amministrativo regionale del Lazio (terza sezione Ter) che ha accolto un ricorso con il quale la società telefonica chiedeva di dare esecuzione a una precedente decisione dello stesso tribunale. La somma andrà a ridurre il debito del gruppo guidato da Marco Tronchetti Provera. In particolare, lo scorso anno i giudici annullarono il decreto con cui era stato imposto un contributo a carico delle aziende di telecomunicazione, introdotto dalla legge finanziaria del 1999. Si trattava del pagamento di una quota pari al fatturato del 3% per quell'anno, e a scalare, fino al 2% per gli anni successivi. Dopo una serie di atti di diffida per la restituzione delle somme e non essendo stato adottato alcun provvedimento da parte dei ministeri interessati, Telecom ha presentato un nuovo ricorso per chiedere ai giudici di fare eseguire la precedente sentenza. I giudici adesso hanno ordinato ai ministeri dell'economia e delle finanze e delle comunicazioni di dare esecuzione all'ordine di rimborso entro 120 giorni dalla comunicazione della decisione di oggi. Nell'eventualità che nel termine previsto permanga l'inadempimento, sarà un «commissario ad acta» (ovvero il dirigente generale del Dipartimento del tesoro del ministero dell'economia e finanze) ad adottare i provvedimenti necessari ad assicurare l'esecuzione della sentenza. Nel motivare la loro decisione, il Tar ha preliminarmente rilevato che «una volta venuto meno per effetto del giudicato il titolo sulla base del quale è stato effettuato il pagamento, ne consegue automaticamente, sulla base delle regole che disciplinano il pagamento dell'indebito, l'obbligo della restituzione». I giudici hanno poi voluto dedicare un passaggio anche alla questione sollevata dal ministero che ha sostenuto la non esistenza di una quantificazione delle somme delle quali era stata chiesta la restituzione. «È sufficiente rilevare - scrivono i giudici - che Telecom Italia si è premurata di depositare in giudizio le quietanze di pagamento, consentendo quindi agevolmente la quantificazione delle somme richieste». Il 21 giugno scorso, la II sezione dello stesso tribunale amministrativo aveva accolto un ricorso proposto sullo stesso argomento da Vodafone. Nel caso specifico, lo Stato dovrà restituire a Vodafone più di 190 milioni di euro (circa 200 milioni di euro calcolando anche gli interessi) sempre a titolo di rimborso per il pagamento del contributo introdotto dalla Finanziaria del 1999. Intanto la società guidata da Tronchetti Provera ha siglato con Cdc Spa un accordo per offrire alla clientela di Telecom Italia personal computer a marchio Cdc, sia desktop che notebook, assieme ai servizi Alice Adsl di Telecom Italia. A seguito di questo accordo, valido fino al 31 dicembre 2006, con facoltà di rinnovo per ulteriori 4 mesi, Cdc stima di conseguire, per questo esercizio, un fatturato superiore a 10 milioni di euro derivante dalla vendita dei personal computer, che si concentrerà nel terzo e quarto trimestre del 2006. In base all'accordo, Cdc si occuperà, attraverso la propria rete distributiva al dettaglio, costituita in particolare dalla catena di negozi Computer Discount, della consegna ed installazione dei personal computer con accesso ai servizi a larga banda Alice di Telecom Italia, nonchè dei relativi servizi post-vendita di garanzia, manutenzione ed assistenza tecnica.

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