di PIETRO MORONI IL GOVERNO deve sostenere la crescita fisica ed economica delle imprese, perché «l'Italia ...
Così il presidente di Confagricoltura Federico Vecchioni, in occasione dell'Assemblea confederale che si è svolta ieri a Roma. «Il Paese ha bisogno di una classe dirigente in grado di alimentare lo spirito competitivo - ha spiegato Vecchioni - quale ingrediente imprescindibile per il successo». E non solo del singolo imprenditore ma «per lo sviluppo di intere comunità, quindi di vaste aree territoriali». Sono stati tre, in particolare, i temi al centro dell'assemblea di Confagricoltura: il contesto internazionale, la semplificazione e la competitività. «Il nostro sistema nazionale - ha ricordato Vecchioni - è complementare e subordinato agli ambiti sopranazionali dall'Unione Europea e al Wto». Vecchioni apprezza l'equilibrio e la fermezza dei ministri De Castro e Bonino nel corso del negoziato di Ginevra sul Wto e giudica inaccettabile che «sull'altare del multilateralismo si immolino le politiche europee». Per il presidente è paradossale che nel momento in cui si chiede all'Europa di aprire ancor di più le proprie frontiere, Paesi come Brasile, India, Australia, Cina ed altri, utilizzino barriere, tariffarie e non, come «strumento di difesa, alimentando la concorrenza sleale». Un atteggiamento che per Confagricoltura si traduce in un vero e proprio rifiuto da parte di quei Paesi di accordare protezione per i marchi d'origine europei, e allo stesso tempo in una chiara volontà di attuare politiche che impediscano l'ingresso degli alimenti europei. Ecco perché, oggi più che mai, appaiono necessarie politiche condivise e complementari che avvicinino l'Italia all'Unione europea. Da qui, l'esigenza per «l'Italia agricola» non di nuove leggi ma di una «sana manutenzione ordinaria»: il peso burocratico, ha spiegato ancora Vecchioni, deve essere affrontato come priorità dell'azione pubblica. «Ci sono troppi vincoli sulle imprese e l'intreccio delle competenze si traduce in costi che gravano sul contribuente e sulla competitività delle nostre produzioni». E sul fronte della competitività, Vecchioni ha messo l'accento sulla necessità di attuare una serie di misure per consentire alle imprese di accrescere la propria dimensione «quella fisica, ma soprattutto quella economica». Con l'obiettivo di diventare sempre più artefici di nuovi investimenti e di un rilancio dell'export, con una politica di promozione attenta e selettiva, in direzione dell'internazionalizzazione».