di GIOVANNI LOMBARDO TERZO giorno di passione in Borsa per i titoli immobiliari e delle società di leasing.
Per evitare danni maggiori, il Governo sta già pensando ad alcune correzioni al decreto sulla competitività, che, tra le altre misure, stabilisce che la vendita di immobili industriali e commerciali non è più soggetta all'Iva (che quindi non si potrà più detrarre) ma all'imposta di registro e all'imposta ipotecaria e catastale per un costo complessivo pari al 10%. Un provvedimento che rischia di travolgere le transazioni degli ultimi dieci anni. «Il Governo è pronto a valutare eventuali emendamenti al decreto - dice a Il Tempo il sottosegretario all'Economia, Mario Lettieri - soprattutto in merito alla retroattività della misura sull'Iva, se questa risultasse contraria allo statuto del contribuente». La prospettiva di non poter più recuperare l'esborso Iva sulle transazioni e la retroattività della norma che comporterà pesanti esborsi sui bilanci, spaventa gli investitori e rischia di vanificare i piani e gli obiettivi delle società del settore che in questi anni hanno conosciuto un notevole sviluppo e afflusso di capitali dall'estero. Conseguenze anche per le banche e le società di capitali che, nonostante abbiano dismesso o stiano cedendo il proprio patrimonio immobiliare non strumentale, hanno investito nel comparto attraverso i fondi che fino ad ora hanno assicurato buoni rendimenti. Ieri, solo per citare alcuni dei maggiori titoli, Pirelli Real Estate ha ceduto in Borsa il 4,25%, Impregilo l'1,45%, Risanamento l'1,24. Sul provvedimento piovono le proteste dei dottori commercialisti e ragionieri e delle associazioni di categoria come Assoimmobiliare che sollecita una correzione delle misure con provvedimenti meno «impattanti» ma che possono generare lo stesso gettito atteso dal governo (3 miliardi di euro nel triennio 2006-2008) e l'apertura di un tavolo di trattative. Costi aggiuntivi vengono poi segnalati dall'Ance in merito alla revisione dell'Iva sul subappalto. Il presidente dell'associazione che raggruppa i costruttori edili, Claudio De Albertis, parla poi di «scontro aperto» sul provvedimento, aggiungendo come «pagare l'Iva al subappaltatore per prevenire l'evasione della stessa porterà solo ad un aumento dei costi». Per i presidenti degli ordini dei dottori commercialisti e ragionieri, Mario Damiani e William Santorelli «Il passaggio da un regime di imponibilità Iva a un regime di esenzione da Iva comporta una esposizione finanziaria immediata e un maggior onere tributario a regime. È facile prevedere che le imprese coinvolte si troveranno in grossa difficoltà a gestire il cambiamento».