All'Anas si dimette tutto il cda

Non solo, la società ha comunicato che anche il consiglio di amministrazione ha deciso unanimemente di dimettersi. «Sebbene manchi ancora un semestre per completare l'esercizio 2006, con l'approvazione del relativo bilancio e raggiungere così la naturale scadenza di questo Consiglio e del mio mandato - ha detto Pozzi - non posso non ribadire quanto a voce e per iscritto sostenni nei confronti del ministro delle Infrastrutture: una grande azienda a capitale pubblico può lavorare solo se esiste un rapporto di fiducia con il proprio ministero vigilante e con l'azionista». Il rapporto di fiducia è venuto a mancare dopo le critiche arrivate dal ministro delle Infrastrutture, Antonio Di Pietro alla gestione dell'Anas, con particolare riferimento all'utilizzo dei fondi. Di Pietro, nei giorni scorsi, aveva parlato di un buco di oltre 3,5 miliardi, dovuto all'assegnazione a nuovi investimenti di risorse che sarebbero risultate disponibili anche se erano già impegnate per altre opere. Accuse respinte da Pozzi, che rivendica la corretta gestione di questi anni. Entra nel vivo così la partita per il rinnovo dei vertici della società. Il toto-nomine si è aperto già da giorni, da quando Di Pietro aveva riferito nel corso di un'audizione alla Commissione Ambiente della Camera di aver richiesto il commissariamento della società al ministero dell'Economia. Al nome della prima ora di Antonio Bargone, sottosegretario diessino al ministero dei Lavori pubblici del primo governo Prodi, si sono subito affiancate altre candidature. Circola, infatti, il nome di Andrea Monorchio, ex ragioniere generale dello Stato e anche quello di Mario Virano, membro del cda in area Ulivo-Ds. Nella rosa dei papabili spicca anche il nome di Maurizio Prato, nonostante la recente riconferma ai vertici di Fintecna e voci insistenti secondo cui avrebbe rifiutato l'offerta, e quello di Claudio Artusi, ex direttore generale dell'Anas dimessosi pochi giorni fa dall'incarico. Altro nome che ha preso quota negli ultimi giorni è quello di Francesco Mengozzi, ex amministratore delegato di Alitalia e attuale condirettore generale delle Poste. La palla passa ora all'azionista Tesoro che dovrà mettere a punto la nuova squadra di vertice.