Asse con Draghi sulle banche
Che ieri ha ribadito i punti di debolezza che non consentono lo sviluppo del sistema creditizio: sono troppo piccole e sono ancora troppi gli intrecci di capitale con l'industria. E ancora: è forte il controllo operativo delle società di gestione del risparmio e massiccia la presenza degli istituti finanziatori nelle operazioni di quotazione delle società. Il messaggio del numero uno della Consob alla platea in cui ieri erano seduto i massimi vertici degli istituti di credito italiane è chiaro: serve un cambiamento. E Cardia non è il solo a condividere questa opinione. La sintonia è infatti massima coon le posizioni espresse dal Governatore di Banca d'Italia Mario Draghi, non a caso presente all'incontro dopo 6 anni di assenza del numero di Via Nazionale all'evento. Cardia ha per questo apprezzato, in questa comunanza di vedute con Palazzo Koch, la fine dell'autorizzazione preventiva di Bankitalia alle opa bancarie. E ha auspicato una maggiore sincronia con Via Nazionale e l'Isvap nei tempi e nelle modalità delle autorizzazioni alle offerte, per dissipare le incertezze vissute dal mercato lo scorso anno. Il presidente della Consob ha rilevato poi come il «profilo dimensionale continua a essere elemento di strutturale debolezza del sistema bancario italiano», mentre la dimensione media dei principali gruppi «è largamente inferiore a quella dei concorrenti europei». Ma la sintonia con Draghi, che nella relazione annuale lo scorso 31 maggio aveva esortato le grandi banche a crescere per meglio competere in Europa, si trova anche nella denuncia dell'intreccio fra banche e società di gestione risparmio che rende queste ultime meno competitive con danno per il risparmiatore. Le Sgr, ha spiegato Cardia, sono condizionate dalle «scelte organizzative, produttive e commerciali» e dalle «logiche del gruppo» di appartenenza. Per evitare inoltre una 'fugà dei cervelli finanziari dall'Italia (la delocalizzazione è già in atto verso paesi più favorevoli come Irlanda e Lussemburgo) occorre realizzare l'indipendenza operativa delle Sgr dalle banche e razionalizzare gli aspetti normativi e fiscali. L'ultima stoccata agli istituti, è stata riservata dalla Consob a quelli che sono al tempo stesso finanziatori e collocatori delle società che vanno in Borsa.