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Di Pietro: «Intervento per il bene del Paese»

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È questo il senso delle delucidazioni richieste, con una lettera, ad Autostrade sulla futura fusione con la spagnola Abertis dal ministro alle Infrastrutture, Antonio Di Pietro. «Lo Stato può, anzi, deve intervenire - spiega Di Pietro sul proprio sito Internet - per poter esprimere un giudizio completo», in quanto il Gruppo vive di concessioni governative ed è un bene primario per il Paese. Che, osserva Di Pietro, non può permettersi di cedere Autostrade a società straniere né non rispettare gli investimenti programmati. «Peraltro - ha aggiunto il ministro - Autostrade vive di concessioni governative e l'aumento del pedaggio è concordato con lo Stato, quindi non si può parlare di concorrenza e di mercato. E la società, ha spiegato il presidente Gian Maria Gros-Pietro, giudicando quella dell'Esecutivo una legittima richiesta, ha già dato all'Anas tutte le informazioni richieste ed è disponibile a fornirne altre, se occorre, perchè il gruppo vuole aprire un canale di dialogo con il governo «anche su nuovi investimenti che sono già oggetto di impegno nei confronti dell'Anas». Sulla fusione Autostrade-Abertis, Gros-Pietro ha assicurato l'interesse a ricevere indicazioni dal Governo perchè questa operazione «mette a disposizione, tra il 2006 e il 2014, 15 miliardi di investimenti che Abertis sarà in grado di effettuare», in caso di fusione, in Italia, Spagna e Francia, «oltre a quelli già in programma». Intanto, l'ex ad Vito Gamberale, è stato sentito iericome testimone dal pubblico ministero di Roma Perla Lori nell'ambito dell'inchiesta (in cui per ora non ci sono indagati nè ipotesi di reato) avviata, dopo un esposto dell'Adusbef, sul progetto di fusione.

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