Autostrade-Abertis, nozze sospese
Almeno fino al 16 giugno, in attesa delle indicazioni del Governo che attraverso una lettera del ministro delle Infrastrutture Antonio Di Pietro ha chiesto di «differire le deliberazioni sulla fusione». Mentre dovrebbe giungere a breve un primo parere della commissione di valutazione insediata dall'Anas. Il cda ha infatti riconvocato per il 16 giugno il consiglio d'amministrazione per sottoporre all'assemblea, comunque convocata per il 28 giugno (il 30 in seconda convocazione), le eventuali indicazioni dell'Esecutivo. Una decisione presa dopo aver preso atto della lettera indirizzata al presidente Gian Maria Gros-Pietro nella quale il ministro Di Pietro «in attesa di "ogni elemento utile per una valutazione appropriata degli esatti termini dell'operazione" invitava a valutare l'opportunità di un differimento di ogni deliberazione dell'operazione Autostrade-Abertis». Il cda ha così deciso di «offrire all'Anas e ai Governi italiano e spagnolo, ogni chiarimento che dovesse essere richiesto in ordine alla conoscenza completa dell'operazione». Il board di Autostrade ieri ha anche messo la parola «fine» al capitolo Gamberale, prendendo atto dell'uscita definitiva, dopo 6 anni, del manager. Gamberale lo scorso 2 maggio si è visto infatti ritirare le deleghe di amministratore delegato dallo stesso Cda a causa della sua espressa contrarietà all'operazione Abertis. Operazione difesa invece dal presidente di Aiscat, Fabrizio Palenzona, nonchè vice presidente di Unicredit. Secondo Palenzona, quella di revoca della concessione di cui gode Autostrade per l'Italia «è un'ipotesi che non esiste. La revoca è prevista dalla concessione - ha spiegato - ma non conosco l'esistenza di fatti che possano portare a questo. Giustamente l'Anas e lo Stato vogliono approfondire ma non ci sono cambiamenti - assicura il presidente delle società concessionarie italiane - nel tempo degli impegni assunti dalla concessionaria. Nel nostro mestiere parlare di revoca è come la pena di morte nel diritto penale. Se qualcuno mi dimostra che è cambiata l'affidabilità di Aspi, allora possiamo ragionare». Mentre in veste di vice presidente Unicredit Palenzona ha spiegato che «l'amministratore delegato Profumo ha già espresso la volontà di valutare» le quote di Schema28 eventualmente dismesse da Abertis che ne possiede il 13%. Anche se al momento «non c'è nulla di deciso», ha detto, salvo il diritto di prelazione di cui Unicredit gode, al pari degli altri soci.