Alitalia fa il primo test ai conti del 2006
Oggi, infatti, il consiglio di amministrazione della compagnia guidata da Giancarlo Cimoli è chiamato ad esaminare i risultati del primo trimestre. Si tratta di un momento di verifica importante per smentire le indiscrezioni circolate nelle ultime settimane in ambienti sindacali, secondo le quali il conto economico sarebbe penalizzato da una flessione dei proventi e dei volumi di traffico rispetto a quanto previsto dal budget 2006. Le difficoltà che hanno segnato i primi tre mesi dell'anno non sono un mistero. Dopo la settimana nera degli scioperi di gennaio, infatti, è stata la stessa società a effettuare, a marzo, un approfondimento sulla prevedibile evoluzione della gestione per l'esercizio in corso. Il Cda, il 10 marzo scorso, aveva quantificato per gli stop un calo di circa 80 milioni in termini di minori proventi e una riduzione dell'ordine di 40 milioni di euro a livello di risultato operativo. Logico è aspettarsi un'incidenza pro quota nel trimestre sui conti finali. Tuttavia, nonostante le variazioni negative, la compagnia aveva confermato, in quella sede, il conseguimento di un risultato positivo nel 2006. Sulla base di quanto previsto dal piano industriale 2005-2008, è proprio il 2006 che costituisce la chiave di volta dell'intera strategia di rilancio. Con l'esercizio in corso, sempreché gli obiettivi siano rispettati, deve concludersi la fase di risanamento a cui seguirà un secondo momento dedicato allo sviluppo. L'attenzione è dunque massima sui risultati del trimestre, perché da questi si potranno cogliere i segnali per il futuro. All'appuntamento di oggi arrivano con «grandissima preoccupazione» le organizzazioni sindacali. E, nell'eventualità la compagnia dovesse addebitare agli scioperi le non brillanti performance del primo trimestre, tengono a puntualizzare, preventivamente, che «questa spiegazione non può essere credibile». «L'eventuale scostamento dei risultati trimestrali sarà -dice il segretario nazionale della Filt-Cgil Mauro Rossi- sicuramente attribuito agli scioperi di gennaio e all'impennata del prezzo del petrolio. Con fastidio e disappunto, ci aspettiamo questa spiegazione che non sta assolutamente in piedi. Le vere spiegazioni, infatti, vanno rinvenute nei fattori interni». La preoccupazione è alta. Per questo i sindacati parlano di un'autentica emergenza. «Il nuovo esecutivo dovrà effettuare al più presto un focus sulla situazione in cui versa Alitalia». E le organizzazioni sono intenzionate a intensificare il pressing: già nel corso di questa settimana si dovrebbe svolgere una segreteria unitaria nel corso della quale verrà definito il percorso da intraprendere. A chiedere un cambiamento di rotta è anche il segretario nazionale della Fit-Cisl, Claudio Genovesi. «Quello che chiediamo- dice- è soprattutto un segnale forte di discontinuità rispetto al passato».