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Popolare Italiana, la cura Gronchi fa effetto

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Nel primo trimestre l'utile tocca quota 51,7 milioni (+ 71%) in linea con gli obiettivi previsti

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Nei primi tre mesi dell'anno l'istituto di credito lodigiano ha archiviato un utile netto consolidato di 51,7 milioni di euro, in aumento del 71,20% rispetto all'anno precedente. Un dato sostanzialmente in linea con le previsioni contenute nel nuovo piano industriale 2006-2009 secondo il quale i profitti, alla fine dell'anno, dovrebbero attestarsi a quota 200 milioni di euro. Insomma la cura Gronchi comincia a dare i suoi frutti. E con i conti a posto l'ex Bpl fa anche qualche timido tentativo di aggregazione. Per ora solo commerciale, si intende, grazie a uno scambio alla pari di 18 filiali con la Banca Popolare di Verona. Una semplice mossa di rafforzamento geografico in aree in cui l'azienda di credito, presieduta da Piero Giarda, è più debole. Ma che può essere considerato un segnale di quale futura strategia di crescita, Gronchi, abbia in mente. Così secondo quanto annunciato ieri il marchio Banca Popolare del Trentino e 18 sportelli localizzati in provincia di Trento (valutati tra 23,4 e i 25,8 milioni di euro) passeranno dalla Banca Popolare Italiana al gruppo veronese mentre 18 sportelli del gruppo Bpvn localizzati in Toscana, Umbria, Marche e Lazio (valutati tra i 26,5 e i 28,9 milioni di euro) finiranno in portafoglio alla banca di Lodi. Lo scambio di filiali rientra nella logica del piano di ristrutturazione e riorganizzazione di Bpi, particolarmente attento allo sviluppo su territorio: l'operazione con la Popolare di Verona e Novara, infatti, permette all'istituto lodigiano di cedere sportelli in una regione scarsamente presidiata e, allo stesso tempo, consente di rafforzare la presenza nell'Italia centrale, in particolare in Toscana dove è il terzo gruppo dietro a Mps e Carifirenze. La trimestrale. Bpi, ha riportato commissioni nette pari a 102,2 milioni di euro, sostanzialmente invariate nei confronti dei primi tre mesi del 2005, mentre il margine di interesse si è attestato a 182,4 milioni di euro, in calo del 15,69% rispetto ai 216,2 milioni di euro del primo trimestre 2005. La strategia di contenimento dei costi voluta da Gronchi ha premiato il manager. Le spese sono rimaste sotto controllo, con quelle amministrative in calo dell'1,9% a quota 220,1 milioni di euro. In crescita poi il patrimonio netto consolidato che ha toccato quota 2.855 milioni di euro, mentre era pari a 2.786 milioni di euro lo scorso 31 dicembre. Sono le sofferenze il vero nodo da sciogliere per dare definitivamente l'addio alla passata gestione. Lo scorso 31 marzo, l'esposizione netta è salita a 878,3 milioni di euro dai 300,9 milioni di euro del 31 marzo 2005, a causa degli affidamenti alla Magiste di Stefano Ricucci, iscritti tra le sofferenza per 692,6 milioni di euro nel mese di gennaio. Sul fronte delle trattative per l'eventuale rientro da parte della Magiste, la Popolare Italiana ha ricevuto venerdì la bozza per un'ipotesi di concordato preventivo delle società del gruppo romano. Una bozza che è rimasta tale perché, secondo la Bpi, «generica, in alcuni punti decisamente lacunosa. I dati contenuti non costituiscono quella base informativa, affidabile e completa, per una pur preliminare valutazione da parte degli organi della banca».

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