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Unicredit si prepara a entrare nel risiko

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L'istituto non esclude di poter partecipare ai grandi giochi del settore bancario

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Finora trascurato negli scenari delle alleanze, concentrati su Intesa, Capitalia, Sanpaolo-Imi e Mps, il gruppo di Piazza Cordusio, seppur impegnato nell'integrazione con la tedesca Hvb, non esclude di poter entrare nei grandi giochi del settore. «Finora Unicredit è stata esclusa negli articoli di stampa sul risiko bancario. Concettualmente mi domando perche», si è chiesto l'amministratore delegato Alessandro Profumo in occasione dell'assemblea dei soci, la prima presieduta da Dieter Rampl e svolta nel giorno in cui Piazza Affari ha registrato scambi record proprio grazie a quanto passato di mano per Unicredit, il 4,4% (-0,64% la chiusura del titolo a 6,32 euro). «Non mi sono mai posto il problema se valutare una grande o una piccola acquisizione. L'importante è che crei valore per gli azionisti», ha spiegato Profumo chiarendo peraltro che al momento non c'è nulla di rilevante sul tavolo. Ai soci riuniti in assemblea per approvare il bilancio 2005, dopo i conti sulla trimestrale - chiusi con un utile netto di 1,35 miliardi, per metà realizzati grazie al contributo di Hvb - il banchiere ha spiegato di voler concentrare tutte le risorse sulla crescita della banca. Che si avvia a centrare (in attesa del nuovo business plan a luglio) gli obiettivi del piano, «da alcuni giudicato ambizioso», compreso il target di 56 centesimi di utile per azione previsto per il 2007. Scarsa comunque l'affluenza dei soci, saliti a 316 mila unità con l'aggregazione tedesca. Poche decine i presenti in sala, in rappresentanza di oltre 1.100 soggetti. Sono risultate comunque invariate le quote dei principali azionisti: Munich Re (4,8%), Fondazione Crt (4,725%), F.Cariverona (4,725%), Carimonte Holding (4,28%) e Allianz (2,971%) mentre per effetto dell'integrazione, secondo le attese, Fondazione Cassamarca dall'1,2% si è diluita all'1 e Aviva (aveva l'1,5%) si è presentata all'appuntamento genovese con lo 0,6% del capitale. In assemblea intanto la parola d'ordine è stata «crescere» sia all'interno che tramite acquisti. In vista ci sono per ora opportunità di dimensioni limitate nella Repubblica Ceca e la tedesca Berliner Bank, ma «il mondo può cambiare anche rapidamente» e Unicredit guarda volentieri ai Paesi dove è già presente in forze, la Germania e l'Italia. «Valutiamo una crescita per aree di business nell'asset management, monitoriamo opportunità nel credito al consumo e, nel Centro ed Est Europa, nell'investment banking», ha spiegato Profumo.

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