Eni, utili record con il caro-greggio
Nei primi tre mesi risultato in crescita del 21,6% a quota 2,97 miliardi
Tanto da spingere l'ad Paolo Scaroni a prevedere «un nuovo anno di crescita e di eccellenti risultati finanziari». Il Gruppo ha visto salire l'utile netto del 21,6% a 2,97 miliardi di euro, mentre la produzione di idrocarburi è aumentata del 7,3% a 1,82 milioni di barili al giorno e le vendite di gas naturale hanno segnato un progresso del 6,8% a 31,61 miliardi di metri cubi. «Eni ha ulteriormente migliorato i propri risultati operativi e finanziari cogliendo al meglio l'opportunità offerta dalle elevate quotazioni del greggio», ha ammesso Scaroni. Intanto, le vendite di prodotti petroliferi sulla rete a marchio Agip hanno fatto registrare nel trimestre un progresso dell'1,4% a 2,93 milioni di tonnellate. Al contrario, la produzione di energia elettrica venduta ha raggiunto quota 6,42 terawattora, con un incremento del 28,9%. Risultati «migliori del previsto ma comunque nelle attese dopo i rialzi dei costi petroliferi» che, come segnalano diversi analisti, permetteranno al Cane a sei zampe di incrementare gli investimenti tecnici del 31% a quota 9,7 miliardi di euro, di cui il 91% per i settori Exploration & Production, Gas & Power e Refinig & Marketing. Scaroni si è poi soffermato sul dato relativo alle vendite di gas, definendolo «positivo» nonostante «la penalizzazione dovuta alla nuova regolamentazione del settore in Italia». Le premesse per un anno boom, secondo Scaroni, ci sono tutte. Il gruppo del resto, prevede un tasso di incremento annuo della produzione di greggio di Eni intorno al 3% rispetto agli 1,74 milioni di barili al giorno del 2005. Sul dato influiranno positivamente i giacimenti di Libia, Angola ed Egitto, che saranno però parzialmente assorbiti dal declino naturale dei giacimenti maturi, mentre la situazione del Golfo del Messico, dopo gli uragani è ancora in «parziale recupero». Sulla produzione potranno però pesare eventi non prevedibili come le tensioni locali in Nigeria e la risoluzione unilaterale del contratto di servizio nell'area di Dacion in Venezuela da parte della compagnia di Stato Pdvsa. Intanto, gli ottimi risultati non hanno lasciato indifferenti gli operatori di Piazza Affari nonostante le vendite in Borsa dovute al calo del greggio (il titolo ha ceduto l'1,20% a 23,82 euro in una seduta che ha visto il Mibtel cedere l'1,82%).