Astaldi-Impregilo, la Borsa ci crede
Oggi l'azienda di costruzioni romana presenterà il nuovo piano industriale, ma i fari sono puntati soprattutto sulla possibile fusione con il general contractor guidato da Alberto Lina. Che le due società stiano lavorando all'ipotesi, secondo gli operatori non è più un mistero. Ieri a Piazza Affari i titoli delle due società hanno brillato. Impregilo, a fine giornata, ha messo a segno un rialzo del 2,91% a 3,68 euro, mentre Astaldi, positiva per gran parte della seduta guadagnando oltre l'1,5%, ha chiuso con un più modesto +0,2% a 6,25 euro, nonostante un ultimo prezzo con un rialzo dell'1,88% a 6,27 euro. Intensi gli scambi in entrambi i casi: 4,8 milioni di titoli Impregilo passati di mano, pari all'1,21% del capitale e 2,32 milioni di titoli Astaldi, pari al 2,32% del capitale ordinario. Resta alta quindi l'attenzione su una possibile integrazione tra le due società. Il progetto è già sul tavolo di Efibanca e Mediobanca che da settimane ne stanno studiando i dettagli. L'obiettivo è creare un colosso delle costruzioni capace di competere a livello internazionale, viste le difficoltà che l'Italia incontra quando si tratta di scontrarsi contro i competitor degli altri Paesi. I maggiori ostacoli incontrati finora dagli advisor riguardano gli aspetti legati alle modifiche dell'azionariato post-fusione. Secondo i primi calcoli, infatti, la famiglia Astaldi, che detiene il 52% dell'omonima azienda, potrebbe vedere diluita la sua partecipazione intorno al 16,5%. Che allo stato attuale significherebbe comunque la quota di maggioranza, visto che Igli, la cordata formata da Rocca, Gavio, Autostrade ed Efibanca che controlla con il 18% Impregilo, andrebbe a possedere il 12% della nuova società. Ecco perché i soci di Igli sarebbero intenzionati ad acquistare l'11,8% di Impregilo in mano a Gemina: in tal modo la loro partecipazione salirebbe al 29,9% e quella post-fusione si attesterebbe intorno al 20%, mantenendo così il controllo della nuova società. Altro scenario determinante è la fusione tra Autostrade e Abertis. Se l'operazione andasse in porto le nozze tra Impregilo e la società romana guidata da Stefano Cerri e Giuseppe Cafiero potrebbero diventare meno attraenti.