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Autostrade-Abertis sul tavolo della Procura

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I magistrati romani indagano sulla fusione. Ma per il momento non ci sono ipotesi di reato

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E così anche la fusione tra la società Autostrade e la spagnola Abertis finisce sul tavolo dei magistrati romani. La procura di Roma ha infatti deciso di indagare sull'operazione aprendo un fascicolo, nel quale, almeno per ora, non ci sono ipotesi di reato, nè compaiono persone indagate. Tutto è partito da un esposto dell'Adusbef giunto ieri mattina negli uffici di piazzale Clodio, in cui l'associazione dei consumatori parla di oscillazione del titolo Autostrade nell'ordine di tre-quattro punti dovuta ad una fuga di notizie. L'Adusbef, in particolare, chiede di valutare se le notizie apparse sulla stampa prima che venisse ufficializzata la fusione con Abertis possano aver determinato una eventuale manipolazione del mercato. Il fascicolo è ora sul tavolo del procuratore Giovanni Ferrara che nelle prossime ore lo assegnerà ai magistrati del pool economico. Mentre i giudici cominciano a fare le pulci al dossier Autostrade-Abertis, ieri è arrivata anche la posizione ufficiale di Banca Intesa, chiamata in causa da alcuni rumors come protagonista di una eventuale contro offerta della società presieduta da Gian Maria Gros-Pietro. «Non rispondo nè si nè no - ha detto l'amministratore delegato dell'istituto milanese, Corrado Passera - Noi siamo al servizio di tutte le aziende, non solo italiane. Potrebbe anche succedere qualcosa del genere, ma non ho nulla da dire su questa questione». Le polemiche sull'operazione. Non si attenuano le polemiche sull'operazione, che ha provocato reazioni e perplessità da più parti, soprattutto per i tempi e le modalità in cui si è svolta (senza il nuovo Governo e con sede e vertici della nuova società in Spagna). A mobilitarsi ora è anche il Parlamento, con molti neo deputati e senatori che si dicono preoccupati dalla vicenda, e per le conseguenze che potrà avere, soprattutto sul fronte delle ricadute occupazionali. Dopo le molte critiche alla fusione giunte dal centrosinistra, l'ex ministro Maurizio Gasparri ha annunciato che saranno oltre cento i deputati del centrodestra che sottoscriveranno una mozione messa a punto da An e Forza Italia, ma che probabilmente sarà targata Casa delle Libertà. Anche il capogruppo della Lega, Roberto Maroni, si è infatti detto d'accordo sull'iniziativa. «La fusione presenta aspetti inquietanti - ha spiegato Gasparri - ed è opportuno che i fari della Consob e del Parlamento possano mettere in luce ogni aspetto di questa vicenda. Non ci sono garanzie sugli investimenti in infrastrutture decise per il futuro dell'Italia - aggiunge Gasparri - e appare ancora più grave l'azione di lobbing condotta dalla società Autostrade che deve rendersi disponibile a un confronto parlamentare alla luce del sole, evitando iniziative inopportune che rendono ancora più inquietante e ancora meno trasparente l'operazione di cassa realizzata». Grandi perplessità e preoccupazioni anche nel sindacato. «Non basta l'incontro già programmato tra le associazioni consumatori», ha detto il neosegretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni, per il quale «occorre un confronto più ampio in una sede istituzionale che coinvolga anche il Governo, i sindacati e la Confindustria». «Sulla fusione-cessione di Autostrade ad Abertis - ha aggiunto - è in gioco il destino di migliaia di lavoratori ed il futuro degli investimenti nel settore delle infrastrutture nel nostro Paese. Ed è strano che alcuni esponenti politici cerchino di stemperare la polemica, buttando acqua sul fuoco». Per Bonanni, quindi, «è giusto che la magistratura accerti se ci sono delle responsabilità. Ma oltre alla magistratura, è la politica che deve dare le risposte ad una questione di valenza generale che riguarda il sistema-paese».

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