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Enel acquista la Slovenske Elektrarne e ritorna alla produzione con il nucleare

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Con il perfezionamento - annunciato ieri - dell'acquisto del 66% della Slovenske Elektrarne per 840 milioni di euro, il gruppo controllerà infatti una capacità produttiva di circa 7 mila megawatt in Slovacchia (pari all'83% della capacità del paese) tra nucleare, termoelettrico e idroelettrico. Con l'acquisizione slovacca - la maggiore operazione realizzata dal gruppo oltre frontiera - il gruppo guidato da Fulvio Conti mira a costituire un hub nell'Europa centro-orientale che grazie alla forte interconnessione con i paesi limitrofi può essere un punto di partenza per un'espansione più ampia nell'area. Nello scacchiere energetico la prima azienda elettrica Slovacca non vale certo quanto la francese Suez - un dossier che per Enel sembra rimanere congelato ma non abbandonato definitivamente visto che ieri si è saputo del rinnovo delle linee di credito per la forza di fuoco necessaria all'eventuale Opa - ma l'Europa centro-Orientale è comunque un'area ad alta crescita dove da tempo Enel ha stabilito la sua presenza, dalla Romania (con reti di distribuzione per 1,4 milioni di clienti) alla Russia (dove gestisce, a San Pietroburgo, un impianto a gas da 450 megawatt) alla Bulgaria. Slovenske Elektrarne è il principale produttore di energia elettrica della Slovacchia (con l'83% del mercato nazionale) e il secondo dell'Europa centro-orientale, potendo contare su una disponibilità di circa 7mila Mw bilanciata tra termoelettrico, idroelettrico e, appunto, nucleare, che garantisce una produzione di elettricità a costi molto competitivi. Tornando invece al dossier Suez l'operazione non sembra archiviata: L'Enel ha infatti rinnovato con le banche le linee di credito per il prestito da 50 miliardi di euro necessari in caso di Opa sul gruppo francese. Il finanziamento, che sarebbe scaduto a metà maggio, è stato così prorogato fino a fine giugno, lasciando in mano di Conti la possibilità dell'opa.

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