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Il timone della Cisl nelle mani di Bonanni

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Ieri l'elezione del segretario generale da parte del consiglio con 220 voti su 243

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Il consiglio generale che si è svolto al Palazzo dei Congressi all'Eur ha tributato al neosegretario generale Raffaele Bonanni quasi un plebiscito, 220 voti a favore su 243. Insieme a lui è stato eletto, come segretario generale aggiunto Pier Paolo Baretta. Un successo che conferma come Bonanni, 57enne abruzzese di Bomba (Chieti), sposato e con due figli, avesse in mano la confederazione da tempo. Già dal luglio 2005 quando risultò il più eletto all'interno della segreteria confederale. Un dato che sorprese lo stesso Pezzotta, anche lui appena confermato, e sempre con dato bulgaro, alla poltrona più alta di via Po. In quel momento Pezzotta capì che il suo mandato alla guida del sindacato sarebbe durato mesi, non anni. E Bonanni nel suo discorso di investitura di ieri ha messo sotto accusa, pur senza nominarlo, la gestione verticistica del suo predecessore. «In questi anni la pratica associativa e la democrazia delegata si sono indeboliti. Ci vuole un autentico scossone a tutti i livelli dell'organizzazione, restituendo voce agli iscritti». Pezzotta prevedeva le critiche e la sua presenza al palazzo dei congressi era incerta sino all'ultimo. «Lascio l'incarico con animo sereno ma con una punta di amarezza» è l'esordio del segretario uscente che poi spiega di aver deciso di abdicare per evitare la rottura clamorosa e rivendica la correttezza di comportamento: «Ho cercato di fare solo il dirigente sindacale. Avrò commesso degli errori, ma nessuno con intenzionalità». Poi il ringraziamento a tutti e per lui l'uscita di scena con un lungo applauso. Lo stesso tributo ricevuto dall'intervento di Bonanni. Anche e soprattutto nei passaggi più duri nei confronti della Cgil, già dalle prime pagine individuata come l'ostacolo principale all'unità sindacale. «La cancellazione della Legge Biagi è un errore incredibile: mentre Epifani si propone come il custode di Prodi, rischia di essere la pietra al collo che lo fa affogare». La nuova Cisl ora propone di completare la legge, dando maggior sostegno economico ai lavoratori flessibili. Dal neosegretario anche un giudizio politico non proprio lusinghiero per il futuro governo Prodi: «la precarietà numerica della maggioranza è un pessimo esito elettorale rispetto alla situazione economico e sociale del nostro paese».

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