La Fiat corre e i sindacati battono cassa
Dopo dieci anni si apre oggi a Torino la vertenza per il contratto integrativo di 80 mila dipendenti: le organizzazioni dei lavoratori metalmeccanici chiederanno al Gruppo guidato da Sergio Marchionne circa 1300 euro realtivi al periodo 2006-2008. La piattaforma messa a punto da Fim, Fiom, Uilm e Fismi sarà discussa in un'assemblea alla quale parteciperanno i delegati di tutti gli stabilimenti. «Dicono che la Fiat è in una fase di netto miglioramento - afferma il segretario generale della Fiom, Gianni Rinaldini - e quindi ci pare persino ovvio che i lavoratori, che da dieci anni non percepiscono un euro di incremento della retribuzione nella contrattazione aziendale, abbiano diritto a un aumento significativo. Forme e modalità le presenteremo oggi». A fargli eco è il numero uno della Fim Giorgio Caprioli: «Riprendiamo il filo interrotto tanti anni fa perchè l'azienda è in miglior salute. Ci sembra giusto che anche i lavoratori abbiano qualche beneficio del miglioramento che c'è stato. Puntiamo a un accordo che ci porti un pò di soldi nell'immediato e, in prospettiva, a superare la struttura dell'accordo di gruppo per privilegiare intese di settore». E dello stesso tenore sono le dichiarazioni del segretario generale della Uilm, Antonino Regazzi, secondo cui «l'azienda sta andando bene, i lavoratori l'hanno sostenuta nel processo di risanamento, anche in momenti difficili, e ora devono avere la loro parte». E parla di organizzazioni sindacali unite nel rivendicare i diritti dei dipendenti Fiat anche il responsabile nazionale della Fismic, Roberto Di Maulo: «È importante che, per la prima volta dopo tanti anni, i sindacati metalmeccanici siano uniti nel presentare rivendicazioni al gruppo Fiat. Il risultato salariale per i lavoratori deve essere significativo perchè deve compensare gli sforzi per superare la crisi. A fianco della vertenza bisogna aprire un tavolo sul piano industriale che superi definitivamente la cassa integrazione strutturale». L'ultima vertenza, senza esito, risale al 2001 quando Fim, Fiom, Uilm e Fismic abbandonarono il tavolo perchè la mediazione del ministro Cesare Salvi non venne ritenuta sufficiente.