Politici e sindacati alzano le prime barricate

Accuse a cui ha prontamente ribadito il presidente Gian Maria Gros Pietro: «Non è assolutamente una vendita mascherata non ci sono accordi se non quelli resi pubblici, nella massima trasparenza di mercato. Se il mondo politico giudicasse con maggiore apertura mentale gli impegni e gli investimenti nei due paesi, si renderebbe conto dell'importanza di questa operazione sinergica». Parole che non hanno convinto la Lega. Che ha indicato un altro colpevole. «La fusione tra Autostrade Spa e Abertis è la conseguenza della pessima privatizzazione portata avanti negli anni dal centrosinistra». ha affermato il sottosegretario alle Infrastrutture e deputato della Lega, Federico Bricolo. Più esplicito nelle accuse il segretario generale in pectore della Cisl, Raffaele Bonanni. «La fusione italo-spagnola si configura come una operazione esclusivamente finanziaria visto che non abbiamo alcun elemento per giudicare il profilo dell' investimento e il piano industriale», dice puntando il dito contro il tempismo sospetto dell'operazione. «È singolare che tutto questo avvenga nel momento cruciale del passaggio tra un governo e l'altro», sottolinea ancora Bonanni che chiede al governo, ancora formalmente in carica, «di fornire delle indicazioni chiare su questa operazione» perchè la Cisl «vuole vederci chiaro». Serve dunque, per la confederazione di via Po, un incontro urgente non solo con l'esecutivo, anche quello che verrà, ma soprattutto con il Gruppo Autostrade «per capire la strategia, le ripercussioni per i lavoratori, il destino degli investimenti, le ricadute sulle tariffe per gli utenti». Preoccupata anche l'Ugl. «Le privatizzazioni nel nostro Paese hanno favorito soltanto il transito all'estero di assi strategici del tessuto produttivo italiano» ha commentato il segretario generale, Renata Polverini. Sulla fusione è intervenuto anche l'ad di Capitalia, Matteo Arpe: ««La fusione tra Autostrade e Abertis dà vita al primo operatore mondiale nella gestione di infrastrutture autostradali. Il nuovo operatore rappresenterà il principale motore di sviluppo infrastrutturale del continente europeo e dell'Italia».