Autostrade-Abertis scoprono tutte le carte
Il titolo dopo un inziale salto del 10% ha chiuso chiuso in aumento del 4% con scambi pari al 6,4% del capitale. Una maggiore circospezione è, invece, arrivata dalle agenzie di rating, che valutano l'affidabilità finanziaria. Una delle più importanti, la Standard's&Poor, ha messo sotto osservazione il gruppo italiano in attesa di capire le future strategie. Dopo l'iniziale sorpresa, poi, anche la politica ha fatto la voce grossa. E molti esponenti hanno epresso dubbi sull'utilità dell'aggregazione. Ma tant'è. E il neocolosso Abertis - questo il nome che rimarrà al termine della fusione - punterà con la forza dei suoi 45 miliardi alle privatizzazioni delle reti a pedaggio del Centro-Est Europa e a quelle aeroportuali. «Sarà un'alleanza strategica, alla pari, per costruire il leader mondiale del settore. Puntiamo ad essere leader in Europa e nel mondo» ha detto Gian Maria Gros Pietro (nella foto) presentando ieri il progetto. I dettagli. Il rapporto di concambio sarà di uno a uno, e cioè di un'azione Abertis di nuova emissione, per una di Autostrade. A novembre ai soci Autostrade sarà riconosciuto un dividendo straordinario di 3,75 euro per azione, poco prima dell'operatività della fusione. Sempre a novembre, la quotazione in Borsa delle nuove azioni, a fine giugno le assemblee straordinarie per il via libera, a luglio la notifica alle autorità di competenza europee, a ottobre è prevista la registrazione della fusione. Abertis, questo il nome del nuovo gruppo, avrà sede a Barcellona, «per motivi fiscali e di efficientamento», amministratore delegato sarà lo spagnolo Salvador Alemany, attuale a.d. di Abertis, due i presidenti (Gros Pietro e Isidre Fainè), due vicepresidenti (Vito Gamberale e Florentino Peres). La maggioranza del nuovo gruppo sarà di Schema28 (24,9%), i soci spagnoli insieme avranno il 24,2%: Caixa il 11,7%, Acs il 12,5%. La politica dei dividendi prevede un incremento della cedola del 5% annuo. L'integrazione riguarda le sole holding: «le strutture operative e concessionarie dei due gruppi resteranno dove sono, sui territori dove sono radicate, In Italia, Spagna e Francia; nessuna riorganizzazione è prevista per effetto di questa fusione» ha precisato Gros Pietro. Investimenti.Il programma di investimenti di neoAbertis ammonta a circa 15 miliardi di euro, di cui 11 in Italia. Il piano di investimenti per l'Italia derivante dalla fusione «è quello già previsto da Autostrade - ha precisato Gamberale - non ci sono in Italia possibilità di ulteriori risorse».