Capitalia, Abn non molla Geronzi
Lo ha fatto ieri, alla vigilia della riunione del patto di sindacato della banca romana, tendendo la mano al presidente Cesare Geronzi, sottoposto al voto sull'eventuale revoca del mandato dopo la decisione dei giudici di interdirlo sugli sviluppi della vicenda Parmalat. Interdizione che scade tra l'altro il giorno successivo all'assemblea convocata per domani. Cesare Geronzi «in questi anni ha fatto un buon lavoro», così il direttore generale di Abn Amro, Dolf Collee, in un'intervista al quotidiano francese «La Tribune». Riferendosi all'assemblea di domani il manager ricorda che Abn Amro «fa parte di un patto azionario che detiene il 31% di Capitalia» e che adotterà una posizione comune sulla questione. Senza dimenticare «la presunzione di innocenza di cui deve beneficiare Cesare Geronzi», così come «il buon lavoro fatto in questi anni per portare Capitalia dove si trova adesso, e cioè al quarto posto tra le banche italiane». Intanto, nella riunione del Patto, i soci potrebbero stabilire di lasciare all'assemblea la decisione finale sulla vicenda Geronzi, anche se appare scontato l'esito, quindi la conferma della fiducia al presidente. Accanto al tema della presidenza, dopo i rumors su eventuali alleanze, restano sotto i riflettori dell'assemblea di Via Minghetti anche le scelte strategiche del gruppo. Nell'intervista francese Collee ha ribadito come, in base al Patto, Abn-Amro potrebbe uscire da Capitalia in ottobre, ma anche che nessuna decisione sarà presa prima di ottobre: «per il momento Capitalia costituisce un investimento strategico». Ma l'attenzione del mercato è rivolta soprattutto sul fronte Intesa. Proprio quando potrebbe tornare in scena Geronzi e nel momento in cui il quadro politico potrebbe chiarire alcune pre-condizioni per rispolverare il dossier. Geronzi fino all'interdizione è stato accreditato come l'eventuale sponda romana più favorevole a studiare l'ipotesi di fusione con la banca milanese. Anche l'istituto di Cà de Sass riunisce oggi l'assemblea dei soci dopo le ripetute smentite da Roma e Milano sull'integrazione e dopo il blitz con cui l'ad di Capitalia, Matteo Arpe, ha frenato appunto la strada a eventuali scalate acquistando il 2% della banca guidata da Giovanni Bazoli e Corrado Passera.