Cerca
Cerca
Edicola digitale
+

Rcs, Ricucci convince la Bpi

Esplora:
default_image

Presentato il bilancio della Magiste. Accordo vicino sulle azioni in pegno

  • a
  • a
  • a

La Magiste e la Bpi sono a un passo dall'accordo sulla vicenda della partecipazione del 14,1% di Rcs data in pegno all'istituto di credito in cambio di un finanziamento di oltre 700 milioni di euro. Si profila quindi una soluzione condivisa fra le parti che eviti l'escussione del pegno da parte dell'istituto di credito e possibili azioni revocatorie. I dati presentati dagli advisor di Magiste ai rappresentanti della Popolare in un incontro a Milano sulla situazione patrimoniale del gruppo romano, fanno infatti allontanare il rischio di fallimento e le conseguenti azioni revocatorie, circostanza che avrebbe portato danni anche alla banca lodigiana che sarebbe risultata unico debitore insieme al Fisco. I dati presentati dagli advisor Vitale & Associati e lo studio Ripa di Meana e verificati da alcuni professionisti della Bdo (in attesa di quelli certificati che saranno predisposti entro il 30 maggio) illustrano una situazione patrimoniale netta positiva a fine 2005 che migliora ulteriormente nella «fotografia» del gruppo al 10 aprile 2006. Nell'ambito della situazione patrimoniale i dati certificati dalla Bdo riguardano in partciolare il fondo rischi e oneri a quota 138,75 milioni di cui 78 milioni di fondo per le imposte e la restante parte per gli altri fondi. Dal piano industriale del gruppo Magiste 2006-2007 inoltre la banca potrà verificare i flussi previsti per i prossimi mesi. L'incontro di ieri, svolto «in un clima positivo» secondo alcune fonti ha fatto avanzare decisamente la trattativa «verso una soluzione transattiva». Subito dopo la pausa di Pasqua, forse già martedì, si terrà quindi un nuovo incontro per avviare la fase conclusiva del negoziato fra le parti. L'ad di Bpi Divo Gronchi potrà così, una volta trovata la soluzione con la Magiste, collocare la quota d'intesa con il patto di Via Rizzoli. Una vendita che avverrà in parte con una cessione diretta a soggetti non ostili al sindacato (i nomi circolati sono quelli di Benetton e Marzotto) e in parte sul mercato attraverso un'obbligazione convertibile. La quota sul mercato potrebbe inoltre essere, almeno in un certa misura, «assorbita» dalla stessa società editoriale.

Dai blog