Borsa instabile, si rivedono i Bot people
E in particolare a quelli più tranquilli dei titoli di stato. Finora solo sicuri e poco redditizi ma che, con l'instabilità successiva al quasi pareggio uscito dalle urne, cominciano a ritrovare l'appeal. Insomma tira aria di crisi nei portafogli di investimento degli italiani e i Bot-people cominciano a farsi avanti. Così ieri, ad esempio, Btp, i Buoni poliennali del Tesoro a 5 e a 15 anni hanno spuntato rendimenti rispettivamente del 3,67% e del 4,34%. Un differenziale non male in tempi in un periodo in cui, nonostante le tensioni internazionali, l'inflazione resta ancorata attorno al 2%. L'incremento però se fa gola ai cittadini non è certo un buon segnale per le casse dello Stato, tassi più alti significano un costo del debito più alto per il ministero dell'Economia, e dunque una partenza in salita per il nuovo inquilino del dicastero di via XX settembre. Che rischia di pagare un conto salato. I rendimenti sono infatti tornati a livelli che non si vedevano dal 2004. Sul rialzo delle cedole, pesa anche, insieme alla tendenza al rialzo dei tassi, la possibilità di un aumento del livello di rischio dell'Italia minacciato dalle agenzie di rating se non sarà frenato l'aumento del debito pubblico. Il lavoro non mancherà al successore del ministro dell'Economia, Giulio Tremonti. Che si troverà sulla scrivania appartenuta a Quintino Sella il nuovo aumento dello stock di debito segnalato dalla Banca d'Italia. A gennaio secondo i tecnici di Palazzo Koch il rosso dello Stato è arrivato a 1.544 miliardi di euro, mentre sembra essere positiva la tendenza delle entrate, cresciute in febbraio di tre miliardi rispetto ad un anno prima. Salgono i rendimenti. I Btp a 5 anni hanno scontato un aumento dei tassi di remunerazione dello 0,16% mentre quello a 15 anni di 0,22 punti. Per questo i rendimenti hanno toccato rispettivamente il 3,67% (per i titoli quinquennali) e il 4,34% (quindicennali). Buona la richiesta del mercato: a fronte dei 5,5 miliardi complessivi di titoli offerti, la domanda ha superato i 9 miliardi. L'incertezza. Gli operatori non hanno dubbi. Il rialzo dei tassi si spiega con l'effetto di incertezza politica seguita alle elezioni. Ma anche al più alto livello dei tassi e al rischio rating legato al debito italiano. Debito in salita. Parte male il 2006 sul fronte del debito pubblico. A gennaio si è attestato a quota 1.544.627 milioni di euro, a un passo rispetto al record assoluto toccato a giugno 2005 quando era a 1.546.022 milioni. La crescita, rispetto al gennaio 2005 sfiora il 5% (+4,7%) e un incremento del 2,4% si registra invece sul dicembre scorso. Entrate a 22 miliardi. Le entrate tributarie si sono attestate a febbraio 2006 a 22,7 miliardi in crescita di 3,1 miliardi rispetto a febbraio 2005 ma in calo di 3,4 miliardi su gennaio.